domenica 23 gennaio 2011

Società, istituzioni e spiritualità

La società e le istituzioni sono processi del divenire e possono essere utilizzate per stimolarlo oppure per ostacolarlo. Consapevolizzando che non sono un qualcosa di esteriore, ma avvengono in lei e sono sue proiezioni in se stessa, la mente ne fruisce per stimolare la maturazione della consapevolezza. Immaginando invece che si tratta di fenomeni esteriori, può essere facilmente soggetta a conflitti, consci o inconsci, con la società e le istituzioni, i quali ostacolano il divenire veritiero e nuocciono così al singolo e alla collettività.
Questi conflitti possono esprimersi anche attraverso il concetto: non mi ritrovo nella società, c’è qualcosa che non va in me (la società è a posto, sono io a non essere a posto) ed essere ragione di disagio e di crisi esistenziali. Alcune menti cercano di alleviare tale malessere cambiando convincimento: io sono a posto, la società non va bene (la società è sbagliata, non io). Si tratta però soltanto di una sostituzione di convincimenti, non di una soluzione qualitativa.
Quando ci sono conflitti, è sempre la mente a non essere a posto, perché non sufficientemente consapevolizzata. I conflitti sono sostanzialmente sempre scontri di segmenti della mente con altre sue parti. Ciò che sperimenta e definisce come “se stessi” (identità immaginata) è un suo aspetto, così come ciò che sperimenta e interpreta come società o istituzione. La mente può effettivamente trascendere i propri conflitti soltanto consapevolizzandosi, solamente così può veramente pacificare i suoi segmenti conflittuali.
Dalla prospettiva dell’identità immaginata, riflettere riguardo al suo posto nella società può essere (pro)positivo, ma è comunque deviante perché si tratta di una prospettiva ingannevole, falsata dall’identificazione con il corpo, le emozioni e i pensieri e dal conseguente abbaglio di essere soltanto una parte della società e di dover trovare posto nella società, mentre in effetti, la società avviene nella mente che la sperimenta, e in Realtà Si Sussiste Origine di ogni mente e quindi anche della società.
L’immaginazione di essere (in Realtà) chi fa parte della società è un grande ostacolo per l’esprimersi qualitativo della mente nella collettività. La mente fa parte della società, la quale a sua volta appare soltanto nelle menti che la sperimentano. La Reale Identità (Tu Assoluto) è l’Origine di tutte le società e istituzioni esistite, esistenti e che esisteranno. Le domanda Perché la società scaturisce da Me Assoluto? e Cosa ci fa la società in me individuo? sono molto più opportune di Qual è il mio posto nella società? Questi concetti potrebbero sembrare molto lontani dalla concreta vita quotidiana e dalle sue esigenze. Invece, utilizzati in modo illuminante sono dei principi guida molto qualitativi per sperimentare e interpretare la società da una prospettiva sempre più integrale, per meglio comprendere i processi della società e come interagire qualitativamente con i suoi componenti.
La maturazione della consapevolezza è la soluzione fondamentale per la risoluzione dei conflitti con la società, le istituzioni e in generale, anche perché la mente non sufficientemente consapevole è suggestionata nocivamente dai processi mentali collettivi. Per la mente che si consapevolizza qualitativamente, diminuiscono la rilevanza di ciò che accade nel mondo e l’influsso nocivo della società, anche perché matura la sua certezza che il mondo è irReale.
Essendo la qualità (grado di consapevolezza) delle menti che compongono le società attuali molto bassa, la società non è certamente un punto di riferimento qualitativo per la mente che vuole guarire dall’ “inconsapevolezza”. La società non deve però essere nemmeno oggetto di scontro. La mente in conflitto con il sistema sociale, la società e le istituzioni nuoce a se stessa e ad altre menti. Producendo conflittualità, la crea sostanzialmente in se stessa, ma stimola contrasti anche in altre menti e questo si ripercuote negativamente su di lei. Per divenire in modo veritiero è indispensabile che la mente stia dalla parte del proprio e altrui divenire, che parteggi per la Pace e l’Amore.
Ciò non significa che la mente deve approvare “tutto” ciò che scaturisce dalla società e dalle istituzioni, anzi. La riflessione illuminante e l’esposizione consapevolizzante delle proprie idee sulla società, sulle istituzioni e in generale, stimola il divenire veritiero e contribuisce a migliorare, non soltanto a cambiare, la società e le istituzioni. Anche la mente Divenuta del tutto può essere resa partecipe di un conflitto con la società e le istituzioni, ma in ciò rimane sostanzialmente Quieta. Sono altre menti a essere in conflitto con lei, non lei con altre menti. Lei effonde costantemente Pace e Amore.
Particolarmente gravi per il divenire veritiero sono i conflitti con la religione e con le istituzioni che la rappresentano, soprattutto se si tratta della religione cui “appartiene” la mente in questione o della religione dei suoi avi. I processi (forme emozioni, forme pensiero, forme immagine e altri processi) relativi alla propria religione e a quella dei propri antenati, sono elementi importanti del divenire della mente e quindi sono tra i “meno indicati” per essere oggetto di conflitti. Se ci sono tali conflitti e se la mente vuole divenire qualitativamente è indispensabile che li consapevolizzi, anche per fruire positivamente dei processi benefici della stessa religione, discernendo gli elementi veritieri della religione da quelli ingannevoli.


Nessun commento:

Posta un commento