domenica 25 luglio 2010

La mente mente, sempre? Veramente?

Dire che la mente mente, nel senso che è sempre menzognera, significa mentire.
Affermare che la mente (soltanto) mente, è un po’ come dire che il sole fa (soltanto) male.
Il concetto la mente mente contiene la propria negazione: è la stessa mente a esprimerlo ed esprimendolo nega la veridicità della "verità" che pensa di esprimere con l’idea che la mente mente.
Affermando che la mente soltanto mente, la mente afferma di star mentendo, il che, in questo caso, è comunque vero: l’affermazione che la mente soltanto mente è una menzogna. La mente può essere più o meno veritiera, menzognera.  

La mente mente.
Chi lo afferma?
Io mente, chiaro: ogni parola è della mente.
Il concetto la mente mente è quindi una menzogna, visto che è la mente a esprimerlo?
Eh già, la mente può essere più o meno veritiera.
Bene, questo è un concetto veritiero, della mente, chiaramente.

   Pensare veramente che la mente (soltanto) mente, significa che non si è compreso bene cos’è la mente e che ogni definizione è sua.
     La mente che afferma che la mente (soltanto) mente, nega la propria capacità di esprimere concetti veritieri, pur immaginando di esporre la “grande verità” che la mente mente.        
     Ad ogni modo, quasi paradossalmente, riferendosi soltanto al concetto la mente mente, la mente esprimerebbe la verità: indicando che affermare la mente mente significa mentire, direbbe la verità.
Il concetto che la mente mente, fa spesso parte del pesante bagaglio spirituale di chi si occupa di spiritualità, senza però veramente maturare spiritualmente: consapevolizzandosi, la mente scopre se stessa come strumento sia di Felicità che di sofferenza, di verità e di menzogna.
Le grandi verità spirituali sono tutte della mente, senza la quale non ci può essere concetto, né verità né menzogna.



venerdì 30 aprile 2010

Vita piena d'Amore, vita vuota di paure

La vita dovrebbe viversi in profondità, permanendo nell’immensità di se stessa, estrema Leggerezza che è tutt’altro che superficialità.
(SE NON COMPARE LO SCHERMO INTERO DEL VIDEO CLICCA DUE VOLTE SULL'IMMAGINE)

Libero pensatore e libero pensiero

Il libero pensatore esprime concetti dalla Presenza Presente, nobilitata dalla piena consapevolezza dell' Eterno. Il suo insegnamento non ha né passato né futuro, le sue idee sono indicazioni universali per l' Atemporale.

sabato 27 marzo 2010

L'importante è non nutrirsi di abbagli spirituali

La ricerca spirituale utilizza gli insegnamenti per trascenderli. Punta a superare ogni nozione conducendo allo ScoprirCi come Sorgente di ogni tradizione. Seguire troppo una tradizione significa tradire se stessi.

Trasformare la vita in Vita Divina

Chi vuole risolvere i problemi e migliorare la qualità della vita, non deve preoccuparsi della molteplicità, ma occuparsi di scoprire l' Unità. Chi conosce l'Origine spirituale è un'ottima medicina per sé e la collettività.

sabato 6 marzo 2010

Attaccamento all’individualità



La ragione spazio-temporale primaria della sofferenza è l'attaccamento all'individualità, prodotto anche dall'identificazione del sé reale con l'individuo o con suoi segmenti (corpo, emozioni, pensieri…), la quale forma l'identità immaginata, ma ne è anche conseguenza.  


 L'attaccamento all'individualità è la base di ogni forma di dipendenza. Ogni persona percepita, ogni rapporto, ogni oggetto, ogni attività… sono apparizioni nella percezione, che è dell'individuo. L'individuo è un processo naturale (individuazione di Dio), ma il suo attaccamento a sé impedisce la Salute, la Felicità, che è dell'individuo che non ha percezione di individualità.

L'identificazione con l'individualità o con suoi segmenti, produce idee ed emozioni superflue che segmentano l'esserci, impedendogli di vibrare integralmente come Felicità. Quante idee ed emozioni rimarrebbero, togliendo quelle che si basano sul pensiero io sono il corpooppure l'individualità è l'identità reale? Le emozioni nocive o superflue, sono primariamente una conseguenza dell'identificarsi con il limitato, cioè con il temporale, l'individualità. La Salute mentale implica l'immedesimazione illuminata con l'Infinito. L'identificazione dell'identità reale con l'individualità o peggio ancora con il corpo, può quindi essere definita come pazzia. Basti guardare le conseguenze che ne derivano: ruberie, conflitti, guerre, malattie, omicidi, suicidi, maltrattamenti…

Fino a che si tende a definirsi come individuo, non può esserci Felicità costante, che è (di) chi si è Scoperto Dio. Per percorrersi come via verso la Felicità, bisogna consapevolizzazione l'illusorietà dell'individualità e la Realtà di Dio, Reale Identità. Più si è consapevoli della propria irRealtà individuale (l'individuo esiste soltanto come illusione) e della Realtà di Se Stessi Dio, più qualitativa può essere la propria esperienza di esserci.

Michela, Mauro, Giovanna, Roberto… non possono essere Felici(tà). La Felicità implica la scomparsa temporanea o definitiva dell'identità immaginata. Come potrebbe essere vera la felicità di un soggetto immaginario come l'identità immaginata?! Il nome proprio è certamente funzionale a fini anagrafici e di comunicazione, ma l'idea di essere proprio Silvio, Maria, Franco, Elena…, è veleno per la vita. Quando c'è identificazione con il nome proprio, che in questo caso esprime anche la sintesi di concetti e immagini riguardo a "se stessi" (identità immaginata), il nome proprio è una prigione.

All'anagrafe si può trovare il certificato di nascita con il "proprio" nome proprio, ma non si è certo quel nome. Il nome proprio non è il Proprio Nome, che è Dio. Ritenere che il nome proprio sia il proprio nome, significa renderlo improprio. Inoltre, il "Luogo" di nascita originale è Dio, poiché Origine di ogni individuo.

Sempre all'anagrafe si può richiedere il certificato di residenza, ma il vero luogo di residenza dell'individuo è lui stesso. L'intero tempo-spazio da lui percepito è una sua produzione, che deriva dalla ("sua") esperienza di esserci.

L'identità immaginata è una patologia, eppure quasi tutti investono enormi risorse per nutrirla, anche perché non hanno la capacità di fare diversamente. Investire nell'identità immaginata significa sprecare la vita, sporcandosi di menzogne. Vuole dire mentire, ignorando comunque di star facendolo, perché ignari di Sé. Nutrire l'identità immaginata è come investire nella malattia, non nella guarigione. L'identità immaginata è composta da una moltitudine di personaggi che popolano la stessa mente, il che impedisce la Felicità, che è esperienza di unità.




La Felicità è un “diritto”


Abbiamo tutti uguale "diritto" alla Felicità, che è più di un diritto, acquisito con il concepimento. I diritti sono concetti, mentre in quanto esperienza primaria, la Felicità ne è la base.

Ostacolare la Felicità altrui, anche producendo la propria sofferenza, significa ledere il suo "diritto" fondamentale, ma non servono tribunali e prigioni per i trasgressori. Chi genera sofferenza è un costante giudicare e una prigione di afflizione, il mondo quasi intero è un tribunale di continuo giudizio e una prigione di infelicità, strapiena.

La globalizzazione della sofferenza ordinaria, tanto diffusa da essere considerata "naturale", è la ragione sostanziale per cui non ci sono leggi per sanzionare chi produce infelicità ordinaria, ma ci sono ci sono soltanto leggi che riguardano l'infelicità non ordinaria: stalking, torture, dolo, lesioni, attentati… Le leggi che punirebbero chi produce sofferenza ordinaria sarebbero comunque ingiuste. Chi la genera non può fare diversamente, succube com'è dei propri e altrui meccanismi nocivi. In questo senso, l'umanità quasi intera è un'organizzazione malavitosa planetaria, nel senso che danneggia la qualità della vita.



Felicità e ricerca spirituale

La ricerca spirituale è la ricerca della Felicità, la trasformazione dell'abitudine di produrre sofferenza in capacità di essere Felicità. Il sapere spirituale è conoscenza su come generare Felicità, liberandosi dalla sofferenza. La Somma Felicità è il Maestro (spirituale) Autentico.

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giovedì 25 febbraio 2010

Pseudospiritualità


La Reale Identità non è un qualcosa da costruire, ma da scoprire; ogni identità costruita è immaginaria. La Reale Identità è la Realtà, Immanifesta: Dio, Assoluto. La costruzione di un'identità è questione di pseudospiritualità; la spiritualità è dissoluzione di ogni identità immaginata, fino a essere Amore e ScoprirSi Sua Origine.

martedì 16 febbraio 2010

Trovare l’Amore vero

Trovare l'Amore, quello vero.

C'è? Si può trovare?

Come? Quando? Dove? Perché?

Cosa significa trovare l'Amore vero?

Cos'è?

L'amore Reale si può trovare?

Sì? No? C'è?

L'Amore falso, invece?

Esiste? Si può riconoscere? Come?

L'Amore falso non si può trovare, non c'è: l'Amore è sempre Amore, il resto sono "voler bene" e voler male. Il falso amore sarebbe come la falsa pace, conflitto.

Ognuno è in parte Amore vero, la consapevolezza primaria di ognuno è Amore. Maturandosi, la consapevolezza Lo incontra integralmente, perché Lo diviene completamente.

Non esiste l'Amore Reale. È sempre irReale. Solo l'Assoluto Sussiste Reale.

Come Assoluto Sussisti, Origine dell'Amore.

ScopriLo ScoprendoTi.

Realtà e Amore

Accettarsi


Accettarsi non significa approvare ciò che si immagina di essere, ma cessare completamente di vagheggiarlo.
Immaginarsi diversi da sé è la prigione del piacersi–non piacersi. Percepirsi pienamente è Amarsi, senza minimamente fantasticarsi.
Accettarsi totalmente vuole dire perdonarsi completamente, per non produrre percezione diversa dal puro esserci.
L'accettazione degli altri è il riflesso dell'accettazione di se stessi. Il rifiutare gli altri è la proiezione del rifiutare se stessi. Ama il prossimo come te stesso: non immaginarlo separato da te.
L'accettarsi concettualmente riguarda le idee che si hanno su se stessi. L'accettarsi veramente libera dalle idee e dal concetto "se stessi".
L'accettazione finale è libera da idee sull'accettazione. Non è nemmeno accettazione. È trascendimento finale della dualità accettare–rifiutare. La Pace non conosce diversità da sé.
Pace, fratello.
Amore, sorella.


Ascoltarsi

Ascoltarsi: chi ascolta chi?

Ascoltarsi: cosa significa?

Ascoltare le proprie esigenze: quali sono?

Ascoltare la propria natura: qual è?

È sempre la consapevolezza che ascolta se stessa: per sentirsi pienamente non può differire in nulla dalla propria natura sostanziale.

Qual è?

Pace, Amore, pura Conoscenza di essere. Esente da idee.

Perché?

Tale è la consapevolezza primaria, fondamento di ogni altra esperienza.

Ciò che la precede non è sperimentabile. Ciò che la segue impedisce di Sentirsi.

La sua esigenza sostanziale è essere Naturale.


 

Realtà e Amore

Libertà e Assoluto

Libertà dai conflitti.

Libertà dai pensieri.

Libertà dalle emozioni.

Libertà dalla Conoscenza.

Libertà dall'Amore.

Libertà dalla Pace.

Libertà dalla presenza di sé.

Libertà dalla Libertà!

In Realtà, nemmeno questo…

…Assoluto.


Riconosco Dio Unico Maestro

Ognuno mi è maestro,

non mi riconosco in nessun maestro,

non mi riconosco maestro,

riconosco Dio unico Maestro.

Onde d’Oceano

Siamo onde d'Oceano.

Finché immaginiamo che sia così.

La verità è però un'altra.

In Realtà, nessuna onda.

Nessun Oceano.

Occuparsi di conoscere l’unità, non preoccuparsi della molteplicità

Chi vuole risolvere i problemi sostanziali e migliorare la qualità della vita (maturare la consapevolezza), non deve preoccuparsi della (apparente) molteplicità, ma occuparsi di scoprire l'Unità.

Occuparsi di consapevolizzare l'Unità non significa "fuggire dalla vita pratica", non affrontando le concrete questioni quotidiane. Vuole dire rendersi sempre meno ebbri di emozioni nocive e di pensieri superflui. La mente sobria può certamente creare un percorso vitale più qualitativo di quella alterata da processi poco illuminati. Più è consapevole dell'Unità, maggiore è la qualità delle sue emozioni e dei suoi pensieri, migliori sono le sue soluzioni.
La vita che conosce la propria Origine è un'ottima medicina per se stessa. La vita inconsapevole dell'Unità si sperimenta in modo falsato, anche perché immagina la (presunta) separazione e così crea confusione, conflitti e malessere. Tra l'altro, spesso è tanto assuefatta a questi processi nocivi da notarli soltanto in minima parte.

Amare


La vita è (se stessa)

Molti sono convinti di vivere la vita e addirittura che chi la vive ("loro stessi") sia reale, il sé reale. Questa fantasia è una conseguenza dell'esistenza dell'identità immaginata (falso individuo) e dell'identificazione con il corpo fisico, le emozioni e i pensieri, per cui si formano concetti come: (io) vivo, (io) sento, (io) mangio, (io) parlo, (io) vedo…, relativi all'idea di essere colui che vive, sente, mangia, parla, vede…

L'individuo non è il sé reale e non vive la vita, è la vita stessa. Sentire, mangiare, parlare, vedere…, sono processi della vita, segmenti dell'individuo.

La presenza dell'identità immaginata fa sembrare che a vivere, sentire, mangiare, parlare, vedere… sia un soggetto particolare e, forse, indispensabile per lo svolgersi della vita. Invece, l'identità immaginata è soltanto un soggetto immaginario, del quale non soltanto la vita può fare a meno, ma anzi, è integrale soltanto quando lui non c'è. La vita è di per sé un'entità e non ha bisogno di qualcuno che la viva.

Durante la Consapevolezza integrale, non c'è un qualcuno ("identità immaginata") che immagina di vivere, c'è semplicemente la vita integrale. Non c'è la vita concettualizzata (io) vivo, (io) sento, (io) mangio, (io) parlo, (io) vedo…, ma esiste semplicemente la vita, il sentire, il mangiare, il parlare, il vedere…, la vita vive pienamente se stessa, più precisamente è compiutamente se stessa. La vita è un'illusione e l'inganno che ci sia qualcuno che la vive è un abbaglio, un'illusione nell'illusione.

Amare

Esistenza illuminante

L'esistenza illuminante stimola il divenire veritiero. Esistendo in modo illuminante (consapevolizzante)
si svolge il proprio "compito fondamentale", rispettando profondamente la vita che si è come individui. Esistere in modo illuminante per Divenire del tutto è la retta via.

Ma stretta è la porta ed angusta è la via che conduce alla vita, e pochi sono coloro che la trovano. Mt. 7, 14

L'Esistenza illuminata è il costante Alternarsi della Consapevolezza integrale con l'Estinzione. Implica la consapevolezza che, in Realtà, non si è colui che vive e nemmeno la vita stessa, ma l'Origine (Reale Identità, Dio, Assoluto) di ogni vita. L'Esistenza illuminata è l'Esistenza Divina osservata dalla prospettiva dell'individuo.

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Timori riguardo alla maturazione spirituale

Dare priorità alla maturazione spirituale, può fare emergere vari timori, perché si immagina che ne risentiranno il lavoro, la vita famigliare, i rapporti, il tempo libero, la vita sociale, emotiva, sessuale e altri aspetti dell'esistenza. Queste preoccupazioni sono sostanzialmente infondate perché:

- Chi non si consapevolizza può soltanto sognare di essere realizzato e di potersi realizzare. Ogni realizzazione è praticamente nulla rispetto alla Realizzazione di chi è Divenuto del tutto. Consapevolizzandosi non si perde nulla di importante, ma ci si avvicina a ciò che conta veramente, alla Maturità completa.
La maturazione della consapevolezza è l'unica soluzione effettiva per migliorare con sostanza la qualità della vita.

- Soltanto con la maturazione della consapevolezza, il campo esperienziale (consapevolezza, esserci) può diventare integralmente Felicità. L'individuo mediamente consapevole soffre continuamente ma, assuefatto all'afflizione, si rende conto di ciò molto parzialmente.

- Gli avvenimenti appaiono nella percezione sensoriale, che è un segmento della consapevolezza. La qualità sostanziale degli accadimenti dipende quindi sopratutto dalla qualità della consapevolezza. Maggiore è la maturità della stessa, migliore è la qualità con cui si sperimentano e interpretano gli aspetti della (percezione della) vita: rapporti, salute psicofisica, vita di coppia, carriera professionale, vita affettiva…. La Consapevolezza integrale è il Regno dei Cieli in terra, mentre
la consapevolezza parziale è sofferenza.

- Disagi, sofferenza, problemi…, sono primariamente conseguenze di un insufficiente grado di maturità spirituale.
L'individuo mediamente consapevole è il problema fondamentale per se stesso, anche se raramente comprende di esserlo, ma anche un concausatore di problemi altrui. Maturando spiritualmente, si provocano sempre meno problemi e si risolvono più facilmente quelli esistenti, anche perché si possono affrontare con meno ansia e più coraggio, risoluzione e lucidità. La maturazione spirituale semplifica la vita, fa intravedere meglio la semplicità già esistente e le soluzioni essenziali. Per risolvere i problemi in profondità è fondamentale comprendere che:

il problema basilare è la consapevolezza non sufficientemente matura;

la risoluzione effettiva dei problemi comincia assumendosi la responsabilità, non la colpa, del proprio stato e iniziando a maturare spiritualmente.
Questo implica anche la consapevolizzazione che il cosiddetto mondo esteriore è sia un nostro segmento sia una nostra proiezione. I responsabili sostanziali dei problemi non si trovano all' "esterno", ma sono i nostri processi non sufficientemente consapevolizzati.
Se non si trasformano beneficamente le emozioni e le idee che stanno alla base di un problema, è probabile che, anche se si "risolve", ritornerà a manifestarsi, magari in forma diversa.

Versione integrale dell'articolo

Dio, Unica Realtà

La Realizzazione spirituale non consiste nell'essere diventati Reali o Eterni come individuo, ma nella piena certezza illuminata che Dio è l'unica Realtà. Rivolgersi a Buddha, Gesù, Padre Pio, Shankara, Santa Teresa di Calcutta o ad altre menti Divenute del tutto, è sicuramente positivo e spesso risolutivo, ma non significa che c'è un'entità cosciente individuale (Aristotele, Rumi, Tesla, Leonardo, Santa Caterina da Siena…), che sente le nostre esigenze e si attiva intenzionalmente. Il pensiero rivolto (ai processi relativi) ai Divenuti, accentua l'attività di processi che Loro avevano maturato in vita, ma anche processi avviati dopo dalle loro opere e da chi si rivolgeva loro. Pensare a Loro stimola la manifestazione accentuata di vibrazioni-energie benefiche, la Matrice delle quali è "nella" Coscienza Originale, che è senza tempo e individualità.

Dio, La Reale Identità


 

ScoprirSi Origine di ogni vita

La ricerca spirituale è anche indagare sui perché sostanziali della vita (per esempio: Chi vive la vita?, C'è veramente qualcuno che la vive?) e sulla sua Origine (Reale Identità), per trascendere i perché scoprendoSi Origine di ogni vita.

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lunedì 15 febbraio 2010

Tristezza collettiva

La tristezza collettiva usata come base per definire gli standard di felicità indica la direzione verso la sofferenza.

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La soluzione per la felicità è la decontaminazione dall' "io". La mente sensata non perde tempo a curarlo, ma provvede a dissolverlo, trasformando le sue vibrazioni in Amore. Curare l' "io" è come abbellire una malattia inguaribile.

Approfondimenti

Evoluzione dell’Anima

Secondo alcuni insegnamenti, l'Anima (Coscienza) sale e scende attraverso vari livelli evolutivi, anche come conseguenza di presunti c.d. meriti e demeriti della stessa Anima. Particolarmente fantasiose sono le teorie secondo le quali ci si può reincarnare in pietre, fiori o animali. Tali insegnamenti non considerano però che nell'ambito dell'Anima (Coscienza) non ci sono meriti e demeriti, i quali sono concetti e sono quindi esclusivi alla mente.

Non ci sono i c.d. livelli spirituali attraverso i quali l'Anima (la Coscienza) sale e scende, nel senso di involuzione ed evoluzione attraverso la (presunta) reincarnazione, anche perché lo Spirito (Anima, Coscienza) non ha livelli, i quali esistono soltanto per la mente e nella mente. La cosiddetta discesa dell'Anima (Spirito, Coscienza) consiste, in effetti, nel manifestarsi della Coscienza Infinita attraverso l'incarnazione collettiva/individuale. La Coscienza Infinita si è evoluta atemporalmente e aspazialmente e quindi "simultaneamente" sino alla Coscienza individuale, che è la sua forma evolutiva massima. Questo significa pure che il "modello" di Coscienza individuale esiste da sempre come Coscienza Infinita, vale a dire che il processo d'individuazione della Coscienza esiste da sempre.

Karma e incarnazione


Dio non vede

Dio non vede, eppure ogni occhio è un suo telescopio, che la mente poco consapevole rende caleidoscopio.

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Conoscere Dio è l'unico modo per cessare completamente di credere o di non credere nella Sua Esistenza. Credenza e non credenza sono le due facce della medaglia ignoranza.

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Dio non può percepire la mente e lei non può percepire Lui. Un gioco apparentemente assurdo. Eppure tutto il mondo vi ruota attorno.

Realtà e Amore

Risveglio spirituale

Ciò che è comunemente definito amore è un incubo. Chi Ama è Desto.

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Rincorrendo il Risveglio ti impedisci la piena consapevolezza ora-qui, che caratterizza l'esistenza Desta.

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Durante la meditazione rischio di addormentarmi.

Impossibile, addormentarsi è un lusso che solo chi è Sveglio può permettersi! Come potrebbe addormentarsi chi sogna costantemente?!

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Le favole spirituali addormentano, la spiritualità Desta.

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Conoscenza e ignoranza

Il percorso di conoscenza è il consapevolizzarla come ignoranza.

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La conoscenza è qui, in te, pronta a esprimersi come Amore. Perché la reprimi, accumulando ignoranza su ignoranza?

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Il conoscitore percepito come tale fa sempre parte del conosciuto, espressione del Conoscitore.

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Le esperienze sono conoscenza e ogni conoscenza è ignoranza.

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L’universo (è) mente

Ovunque guardi, la mente vede se stessa. Lo sguardo rivolto all'universo è rivolto dalla mente a se stessa. L'universo è un suo modo di sperimentarsi.

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I pianeti appaiono nella mente, ne fanno parte. Naturale che influiscano, astrologicamente parlando, sulla (percezione della) vita, che appare nella mente.

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Mente, invece di immaginarli, scopri i tuoi confini.

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L'universo pesa tanto quanto è pesante la mente in cui appare.

Realtà e Amore

Vuoto mentale

Le parole non scaturite dalla mente Vuota sono vuote.

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L'assenza di Vuoto mentale è carenza di Amore. La mente piena è carente di Amore, quella Vuota è Amore.

***

Più il vuoto della mente è percepito come pieno più la mente è vicina alla verità su se stessa.

Realtà e Amore

Dio non vuole nulla

Cosa vuole Dio da me? Nulla, grazie a Dio. Il dio che vuole qualcosa non è Dio. Può la Perfezione aver bisogno di qualcosa?

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Immaginare di poter fare a meno di Dio è come fantasticare di non avere genitori.

***

Il totale abbandono a Dio è una condizione di base per la Saggezza. Saggio chi si abbandona come soluzione prima. Disperato chi lo fa come ultima possibilità.

***

Dio è un appellativo per il Senza nome. Come potrebbe esistere qualcosa come in nome di Dio? In nome di chi sono allora le guerre sante?

Realtà e Amore


 

Dio, ti prego di (non) perdermi

Dio, ti prego di non perdermi sulla strada verso Te.

Dio, ti prego di perdermi sulla strada verso Te.

Queste due preghiere apparentemente molto diverse hanno quasi lo stesso significato. La seconda è migliore. Scomparso l'io, rimane Dio.

Realtà e Amore

Consapevolizzare, non colpevolizzare

Consapevolizzare, non colpevolizzare.

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Consapevolizzare il "punto" in cui sorge e scompare la consapevolezza: chi vuole scoprirSi Origine della propria Ricerca deve tendere a questo.

***

Sogni il risveglio collettivo?

Inizia dal tuo!

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Consapevolizzarsi è un'esigenza fondamentale. Perdendo di vista ciò si alimentano bisogni artificiali.

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Dormire con gli occhi chiusi è uno specchiarsi del dormire a occhi aperti, il Sole non tramonta mai per chi è Desto.

Realtà e Amore


 


 


Lettura Illuminante

Leggere tra le righe, per farle scomparire: questa è la sostanza della lettura illuminante.

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Ascoltare per udire il significato dietro alle parole, sino alla scomparsa di ogni accezione. Questo è ascolto illuminante.

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Compito vero dei concetti è esprimere Amore, indicarLo, non velarLo.

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La conoscenza è un modo di dissimularsi dell'ignoranza.

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Essendo l'Amore l'essenza della conoscenza, essa non può mai esserne completamente priva, ma raramente lo esprime nella sua pienezza.

Realtà e Amore


 


Assoluto

Sconosciuto a Me stesso, Io Assoluto Sussisto Origine di ogni conoscenza.

***

Di Me Assoluto non si può trovare traccia, ma il Saggio Mi testimonia.

***

Non cercate di delimitarmi con concetti su Me. La sola parola Dio o Assoluto o Realtà o Sé, mi starebbe stretta. Se avessi misura.

***

Non sono Io Assoluto a chiedermi: Chi sono io? Ogni interrogazione trova Origine in me,ma io non sono al corrente di alcuna.

Realtà e Amore


 


 


La stagione dell’Amore

Non si può Amare se stessi senza Amare il prossimo, e viceversa. In verità non v'è distinzione.

***

L'Amore implica l'assenza di paure. Perché temere di Amare?

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Finché cerchi l'Amore fuori non lo troverai mai. Non c'è il fuori e l'Amore è sempre in te. Pronto a essere scoperto integralmente.

***

La stagione dell'Amore non viene e non va, è sempre ora-qua.

***

Divenire integralmente amore e ScoprirSi Origine dell'Amore, questa è la Soluzione.

Realtà e Amore


 

Quello che è Lui per te individuo sei Tu per Te Dio.

La Soluzione non è esplorare l'universo, ma immergersi profondamente in Se Stessi Origine dell'universo.

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La facoltà di pensare caratterizza l'uomo. La capacità di non pensare il Saggio.

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Io Assoluto, pur essendo l'Origine di ogni significato non posso affermare nulla.La fonte del fiume non può dissetarsi a valle.

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Quello che è Lui per te individuo sei Tu per te Dio.

***

Troverai sempre qualcuno che troverà qualcosa che non va in te, perché non ha trovato se stesso. Chi non è Amore non può vedere senza proiettare.

Realtà e Amore

domenica 14 febbraio 2010

Sono – Chi sono? – Qual è la Reale Identità?

Il potenziale del divenire si manifesta anche come domanda primaria Chi sono (io)?, che è il riflesso naturale della constatazione primaria Io sono (esisto), la quale a sua volta scaturisce dalla percezione primaria di esistere dell'individuo, che è il divenire stesso.

La ricerca, conscia o inconscia, della risposta a questo interrogativo, nel caso del divenire ingannevole stimola il definirsi, cioè il potenziamento dell'identità immaginata, che è conseguenza e ragione del falso divenire.

Nel caso del divenire veritiero stimola invece il riconoscerSi, cioè il riconoscere la Reale Identità, anche attraverso la consapevolizzazione di ciò che Essa non è  (corpo fisico, emozioni, pensieri, Pace, Amore, Conoscenza, consapevolezza, individuo, divenire, Coscienza…). Per scoprire l'Identità Reale bisogna neutralizzare quella immaginata e il suo definirsi. Sino a che permangono le falsità, non può emergere la Verità: In Realtà sono Dio (non come individuo, chiaramente).

L'interrogativo Chi sono io? scaturisce dalla constatazione Io sono, ma la risposta concernente la Reale Identità, non riguarda la percezione di esistere dell'individuo, bensì la sua Origine (Reale Identità). L'abbaglio di essere in Realtà chi percepisce di esistere, rappresenta l'identificazione con la consapevolezza ed è la base dell'identificazione con il corpo, le emozioni, i pensieri…

Bisogna quindi indagare su Ciò che Precede se stessi individuo, per Scoprire Se Stessi Assoluto, anche con la domanda: Qual è la Reale Identità?

Divenire


Consapevolizzazione e sofferenza

Consapevolizzandosi, la mente si quieta e aumentano i periodi in cui e in pace con se stessa e con gli altri. Può però anche accadere che aumentino temporaneamente i conflitti interiori e "esteriori", le emozioni nocive, i pensieri superflui e può sembrare che la situazione stia peggiorando… Sono sintomi positivi del divenire veritiero, una specie di crisi da consapevolizzazione, che può essere spiacevole, ma è sicuramente benefica per la maturazione della consapevolezza, la salute e la vita in generale. Tra l'altro, si tratta prevalentemente di stati pesanti che erano repressi e di cui ci si inizia rendersi conto più profondamente. Per favorire il divenire veritiero, è importante cercare di testimoniarli senza identificazione e non utilizzarli come indicatori della propria "particolarità spirituale", come strumento per attirare l'attenzione (sono già mesi che "mi fa male" il quarto chakra; quanta sofferenza sto buttando fuori, da mesi oramai...). L'identificazione con la sofferenza (processi della mente che si identificano con altri suoi processi) e l' "entrare nel sogno della sofferenza", è un ottimo modo per abortire la pienezza della vita e schiacciare se stessi e altri nell'inferno della sofferenza.

Soffrire non è inutile, è nocivo.

La sofferenza uccide la bellezza della vita. 

Soffrendo rovini la tua e altrui vita.

Soffrire ostacola il divenire, individuale e collettivo.

Destati dalla sofferenza.

Svegliati all'Amore. 

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La Coscienza è Una

La Coscienza è Una e non c'è alcuna Coscienza differenziata, nel senso di diversa dalla Coscienza Infinita. In effetti, non ci sono né la Coscienza di Tesla, né la Coscienza di Krishna, né la Coscienza di Buddha, né la Coscienza di Gesù, né la Coscienza di Leonardo, né quella di Santa Teresa d'Avila, né quella di Madre Teresa di Calcutta, né la Coscienza di altri Divenuti del tutto. Nell'ambito dell'unica Coscienza Infinita ci sono processi che si sono formati come conseguenza dell'attività di Madre Teresa di Calcutta, Santa Teresa d'Avila, Leonardo, Gesù, Buddha, Krishna, Tesla e di altri Divenuti del tutto e di tutti gli esseri umani "vissuti" e "viventi". Possiamo definire questi processi come Coscienze individuali Maturate (del tutto), ma anche come singoli processi d'individuazione dell'unica Coscienza Infinita che si sono Compiuti. Quando in questo volume è utilizzato il concetto Coscienza Maturata di Mozart, Coscienza Maturata di Gesù, Coscienza Maturata di… oppure Coscienza di Mozart, Coscienza di Gesù, Coscienza di… ci si riferisce proprio ai processi d'individuazione della Coscienza Infinita attraverso i processi relativi a coloro che sono denominati Mozart, Gesù… Si tratta tra l'altro di processi d'individuazione della Coscienza che hanno migliorato in modo molto concreto il software per l'autoriconoscersi della Coscienza Infinita, vale a dire il software collettivo per consapevolizzare i processi mentali ovvero per armonizzare le vibrazioni – energie con la stessa Coscienza.

Karma e incarnazione

Realmente e veramente

Molte fonti indicano che realmente è sinonimo di veramente ovvero che reale significa vero. Ad esempio, è specificato che vero significa: rispondente alla realtà dei fatti. Tale definizione può essere molto ingannevole perché stimola l'abbaglio che il mondo/la mente sia Reale.

I fatti non possono in nessun caso essere Reali. Ogni fatto è un processo e quindi è mutabile, vale a dire irReale. Solo la Reale Identità (Sé, Dio, Assoluto) È Reale. L'esprimersi (Coscienza, vibrazioni, energie e materia) della Reale Identità è mutabile e dunque è irReale. La Coscienza e la mente, nella quale appare il mondo, sono irReali aspetti dell'irReale esprimersi della Reale Identità. La Coscienza e la mente esistono solo come illusioni. Gli avvenimenti avvengono effettivamente ma non Realmente, perché sono mutabili e fanno parte del mutabile e quindi non possono essere Reali. Pensare che Reale sia sinonimo di vero e che Realmente sia sinonimo di veramente, è una caratteristica della mente che Ignora la Reale Identità e perciò non Discerne il Reale (Reale Identità, Sé, Dio, Assoluto) dall'irReale (Coscienza, vibrazioni, energie e materia/Coscienza e mente).

Karma e incarnazione

Attaccamento alla vita

Una delle ragioni del fascino degli insegnamenti sulla (presunta) reincarnazione è che offrono ai credenti la speranza che la loro identità immaginata ("io") oppure la loro individualità o la loro Anima individuale (Coscienza individuale), continuerà ad esistere reincarnandosi. Tali insegnamenti possono anche ingannevolmente aiutare a mitigare la paura di morire (di cessare definitivamente di esistere come entità particolare/individuale), mentre stimolano certamente l'attaccamento alla vita, all'identità immaginata (all' "io"), all'individualità ed all'Anima individuale (Coscienza individuale), ovvero l'attaccamento alle idee sull'individualità e sull'Anima individuale (Coscienza individuale). Tutti questi elementi: il desiderio che l'entità individuale (ovvero ciò che si definisce come "se stessi") continui ad esistere, la paura di morire e l'attaccamento alla vita sono grandi ostacoli per il Divenire.

Divenire in modo qualitativo significa anche smettere gradualmente di immaginare di essere ciò che prima si immaginava di essere: cessare di immaginare non solo di essere l'identità immaginata e che essa sia Reale, ma anche di immaginare di essere l'individualità (Coscienza e mente) nel suo complesso e che essa sia Reale. Significa cioè anche avvicinarsi ad esperire ogni identità immaginata ed ogni individualità come irReali e Dio (Assoluto) come Unica Realtà e come (propria) Reale Identità. Il Divenire si può definire anche come Ricerca della (propria) Reale Identità e non si può giungere a Conoscere la (propria) Reale Identità, "fermandosi" alle illusioni: identità immaginata, individualità e Coscienza (individuale/Infinita).

Karma e incarnazione

Non attaccamento

Per evolversi spiritualmente è necessario trascendere ogni attaccamento, è un pensiero veritiero, ma mal interpretato fuorvia. Alcuni pensano che per superare ogni attaccamento, sia necessario abbandonare la vita ordinaria in favore di quella che definiscono vita spirituale.

La sostanza del trascendimento non consiste nel cambiare stile di vita, ma nella maturazione della consapevolezza, senza la quale si può soltanto fantasticare di aver trasceso gli attaccamenti, magari perché l'attaccamento alla carriera è stato sostituito con quello alla spiritualità, condito, per esempio, con l'attaccamento al (concetto di) non attaccamento. Questo può facilmente potenziare l'abbaglio di essere molto evoluti spiritualmente e di essere sulla strada giusta, mentre si è su quella dell'abbagliarsi diversamente.

Il fraintendimento che la vita spirituale sia incompatibile con quella ordinaria, è uno dei maggiori ostacoli per la maturazione spirituale e può facilmente sfociare in "estremismo spirituale", che è un aspetto del "fuggire dalla vita". Per maturare spiritualmente, non è necessario cessare di vivere la vita ordinaria per scappare in ciò che si definisce vita spirituale, ma bisogna esistere in modo illuminante (consapevolizzante) per giungere all'esistenza Illuminata.

Il trascendimento ultimo degli attaccamenti non è un particolare porsi verso la vita, anche nel senso di scegliere determinati avvenimenti e comportamenti ed escluderne altri, ma è una conseguenza del pieno e costante Discernimento del Reale dall'irReale, cioè della Reale Identità (Dio, Assoluto, Realtà) dalla Manifestazione.

Spiritualità e quotidianità


Vita spirituale

Compreso nella sua essenza, il concetto di vita spirituale può favorire la maturazione spirituale, altrimenti può facilmente abbagliare e sviare. Spesso quella che è definita vita spirituale, non è tale da far maturare spiritualmente, ma è soltanto una vita in linea con dei concetti sulla (presunta) spiritualità.

Seguire determinate idee spirituali e tipi di condotta (definita come) spirituale non significa necessariamente maturare spiritualmente. D'altra parte, ci sono modi di vita che possono sembrare per nulla spirituali, perché non in linea con ciò che si crede essere spirituale e spiritualmente corretto, ma lo sono profondamente.

Una cosa sono i concetti sulla vita spirituale, che possono essere più o meno veritieri, altra cosa è l'effettiva vita spirituale, determinata da quanto stimola la consapevolizzazione, indipendentemente dalla forma espressiva. La vita spirituale qualitativa porta a trascendere i concetti, la forma oggettuale e la suddivisione (non illuminata) in spirituale e non spirituale. La vera vita Spirituale non è una questione di concetti sulla spiritualità, ma di Alternanza tra la Consapevolezza integrale e l'Estinzione. Chi è Divenuto del tutto è costantemente piena vita spirituale.

Dopo l'autorealizzazione, qualsiasi siano il comportamento o le azioni espresse attraverso il corpo di un saggio, queste saranno spontanee e completamente incondizionate; non possono essere connesse ad alcuna disciplina. Un saggio realizzato può nascondersi in una persona dall'aspetto trasandato, seduta in un campo per cremazioni, o in palazzo prezioso, nel palazzo di un re. Può essere un macellaio per vocazione, o un uomo d'affari di successo, ciò non di meno un essere realizzato, avendo trasceso la dimensione dell'essere, risiede per sempre nell'eterno assoluto.[6] - Sri Nisargadatta Maharaj

[6]  Il nettare dell'immortalità – ultimi insegnamenti, Sri Nisargadatta Maharaj, a cura di Robert Powell, Ubaldini Editore – Roma, pag. 91.

L'ignorare cos'è effettivamente la vita spirituale, scaturisce primariamente dal non capire che la maturazione spirituale equivale alla maturazione della consapevolezza, cioè all'integrazione dell'esserci. Questo può essere motivo di idee, emozioni e condotte che ostacolano la consapevolizzazione; può anche essere paragonato al salire in una macchina guidata da un autista che non si conosce, senza sapere perché si è saliti, ignorando dov'è diretta la macchina e se l'autista sa guidare.

Alcuni immaginano di star maturando spiritualmente, mentre soltanto si occupano di temi spirituali e conducono un'esistenza che definiscono spirituale.

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L’esistenza illuminante

L'esistenza illuminante stimola il divenire veritiero. Esistendo in modo illuminante (consapevolizzante) si svolge il proprio "compito fondamentale", rispettando profondamente la vita che si è come individui. Esistere in modo illuminante per Divenire del tutto è la retta via.

Ma stretta è la porta ed angusta è la via che conduce alla vita, e pochi sono coloro che la trovano. Mt. 7, 14

L'Esistenza illuminata è il costante Alternarsi della Consapevolezza integrale con l'Estinzione. Implica la consapevolezza che, in Realtà, non si è colui che vive e nemmeno la vita stessa, ma l'Origine (Reale Identità, Dio, Assoluto) di ogni vita. L'Esistenza illuminata è l'Esistenza Divina osservata dalla prospettiva dell'individuo.

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Il Divenire

Il divenire è l'insieme di processi dal momento della fecondazione alla morte, è la vita. È un'espressione dei processi della Coscienza, che origina dalla Reale Identità (Assoluto, Dio, Sé, Realtà). In questo senso, si può affermare che il divenire è uno strumento per il riconoscersi della Reale Identità. Si tratta però soltanto di un modo soggettivo di spiegare i processi, perché la Reale Identità precede ogni conoscenza e non ha la necessità di riconoscersi, né altre esigenze. Ogni bisogno concerne l'individuo. La Reale Identità Sussiste come Perfezione di per Sé.

Divenire

La Realizzazione spirituale è Naturale

Il divenire si Realizza quando (l'individuo) Diviene del tutto. Il divenire Realizzatocontinua in modo "non individuale", nel senso che non c'è più la percezione di essere un individuo.

La Realizzazione è del tutto Naturale. Chi diviene come dovuto, non fa qualcosa di eccezionale. Segue semplicemente il proprio corso naturale che lo porta a diventare Naturale (Sano). Un fiume che scorre verso valle è un fenomeno naturale. Solo un fiume che si elevasse dal basso verso l'alto sarebbe un fatto innaturale ed eccezionale. Chi ritiene che stimolare il divenire autentico sia un'attività eccezionale o particolare si comporta in modo simile a chi asserisce che respirare e mangiare siano attività straordinarie.

Chi è divenuto completamente ha compiuto sino in fondo il proprio naturale percorso di maturazione. A causa della scarsa maturità media diffusa nel mondo, è però generalmente visto come qualcosa di straordinario. Il basso grado di consapevolezza è invece considerato lo stato naturale. Un po' come se "tutti" i corpi avessero la febbre alta e se questa fosse considerata un sintomo di salute. Per questo non diventare Naturali (non Divenire del tutto) è da molti reputato naturale, mentre divenire Naturali è creduto un qualcosa di non naturale ovvero di sovrannaturale. Di fatto però, l'individuo mediamente divenuto è sottosviluppato (ipodivenuto). "Ha un febbrone".

Un albero senza rami, senza foglie e con il tronco forato da buchi su buchi, sarebbe considerato un albero malato, che non è divenuto quello che dovrebbe essere. Il grado di maturità dell'individuo mediamente divenuto è paragonabile a tale albero. Come potrebbe essere definito un corpo umano senza arti, orecchie e bocca e col resto del corpo fortemente deturpato?! In rapporto al suo potenziale, l'individuo mediamente consapevole è messo molto peggio di questa descrizione: ha sviluppato soltanto l'ombelico ed è soltanto quello. Chi non diviene qualitativamente continua a esistere talmente sotto il proprio potenziale, che deviato anche dall'ombelichismo globale, reputa naturale avere soltanto l'ombelico ed eccezionale avere il corpo completo e godere di buona salute.

Divenire

Naturale Naturalezza

Amare incondizionatamente, indipendentemente dall'amato, perché l'amato coincide con l'amante, è bellissimo. Più precisamente, Naturale. 

Essere Felici(tà) a prescindere da ciò che accade, perché La si è, è meraviglioso. Meglio, è Naturalezza. 

Conoscere ogni pensiero come ignoranza è libertà (dalla conoscenza). Naturale.

Essere (in) Pace nel frastuono generale, perché nella consapevolezza che è Pace, anche il frastuono è sua totale Quiete, somma serenità. Veramente è Naturalezza.

Amare il prossimo come se stessi, perché lo si riconosce come se stessi, come apparizione in sé individuo, come elemento di Sé Totalità e come espressione di Sé Realtà, è splendido. A dire il vero è Naturale. 

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