giovedì 25 febbraio 2010

Pseudospiritualità


La Reale Identità non è un qualcosa da costruire, ma da scoprire; ogni identità costruita è immaginaria. La Reale Identità è la Realtà, Immanifesta: Dio, Assoluto. La costruzione di un'identità è questione di pseudospiritualità; la spiritualità è dissoluzione di ogni identità immaginata, fino a essere Amore e ScoprirSi Sua Origine.

martedì 16 febbraio 2010

Trovare l’Amore vero

Trovare l'Amore, quello vero.

C'è? Si può trovare?

Come? Quando? Dove? Perché?

Cosa significa trovare l'Amore vero?

Cos'è?

L'amore Reale si può trovare?

Sì? No? C'è?

L'Amore falso, invece?

Esiste? Si può riconoscere? Come?

L'Amore falso non si può trovare, non c'è: l'Amore è sempre Amore, il resto sono "voler bene" e voler male. Il falso amore sarebbe come la falsa pace, conflitto.

Ognuno è in parte Amore vero, la consapevolezza primaria di ognuno è Amore. Maturandosi, la consapevolezza Lo incontra integralmente, perché Lo diviene completamente.

Non esiste l'Amore Reale. È sempre irReale. Solo l'Assoluto Sussiste Reale.

Come Assoluto Sussisti, Origine dell'Amore.

ScopriLo ScoprendoTi.

Realtà e Amore

Accettarsi


Accettarsi non significa approvare ciò che si immagina di essere, ma cessare completamente di vagheggiarlo.
Immaginarsi diversi da sé è la prigione del piacersi–non piacersi. Percepirsi pienamente è Amarsi, senza minimamente fantasticarsi.
Accettarsi totalmente vuole dire perdonarsi completamente, per non produrre percezione diversa dal puro esserci.
L'accettazione degli altri è il riflesso dell'accettazione di se stessi. Il rifiutare gli altri è la proiezione del rifiutare se stessi. Ama il prossimo come te stesso: non immaginarlo separato da te.
L'accettarsi concettualmente riguarda le idee che si hanno su se stessi. L'accettarsi veramente libera dalle idee e dal concetto "se stessi".
L'accettazione finale è libera da idee sull'accettazione. Non è nemmeno accettazione. È trascendimento finale della dualità accettare–rifiutare. La Pace non conosce diversità da sé.
Pace, fratello.
Amore, sorella.


Ascoltarsi

Ascoltarsi: chi ascolta chi?

Ascoltarsi: cosa significa?

Ascoltare le proprie esigenze: quali sono?

Ascoltare la propria natura: qual è?

È sempre la consapevolezza che ascolta se stessa: per sentirsi pienamente non può differire in nulla dalla propria natura sostanziale.

Qual è?

Pace, Amore, pura Conoscenza di essere. Esente da idee.

Perché?

Tale è la consapevolezza primaria, fondamento di ogni altra esperienza.

Ciò che la precede non è sperimentabile. Ciò che la segue impedisce di Sentirsi.

La sua esigenza sostanziale è essere Naturale.


 

Realtà e Amore

Libertà e Assoluto

Libertà dai conflitti.

Libertà dai pensieri.

Libertà dalle emozioni.

Libertà dalla Conoscenza.

Libertà dall'Amore.

Libertà dalla Pace.

Libertà dalla presenza di sé.

Libertà dalla Libertà!

In Realtà, nemmeno questo…

…Assoluto.


Riconosco Dio Unico Maestro

Ognuno mi è maestro,

non mi riconosco in nessun maestro,

non mi riconosco maestro,

riconosco Dio unico Maestro.

Onde d’Oceano

Siamo onde d'Oceano.

Finché immaginiamo che sia così.

La verità è però un'altra.

In Realtà, nessuna onda.

Nessun Oceano.

Occuparsi di conoscere l’unità, non preoccuparsi della molteplicità

Chi vuole risolvere i problemi sostanziali e migliorare la qualità della vita (maturare la consapevolezza), non deve preoccuparsi della (apparente) molteplicità, ma occuparsi di scoprire l'Unità.

Occuparsi di consapevolizzare l'Unità non significa "fuggire dalla vita pratica", non affrontando le concrete questioni quotidiane. Vuole dire rendersi sempre meno ebbri di emozioni nocive e di pensieri superflui. La mente sobria può certamente creare un percorso vitale più qualitativo di quella alterata da processi poco illuminati. Più è consapevole dell'Unità, maggiore è la qualità delle sue emozioni e dei suoi pensieri, migliori sono le sue soluzioni.
La vita che conosce la propria Origine è un'ottima medicina per se stessa. La vita inconsapevole dell'Unità si sperimenta in modo falsato, anche perché immagina la (presunta) separazione e così crea confusione, conflitti e malessere. Tra l'altro, spesso è tanto assuefatta a questi processi nocivi da notarli soltanto in minima parte.

Amare


La vita è (se stessa)

Molti sono convinti di vivere la vita e addirittura che chi la vive ("loro stessi") sia reale, il sé reale. Questa fantasia è una conseguenza dell'esistenza dell'identità immaginata (falso individuo) e dell'identificazione con il corpo fisico, le emozioni e i pensieri, per cui si formano concetti come: (io) vivo, (io) sento, (io) mangio, (io) parlo, (io) vedo…, relativi all'idea di essere colui che vive, sente, mangia, parla, vede…

L'individuo non è il sé reale e non vive la vita, è la vita stessa. Sentire, mangiare, parlare, vedere…, sono processi della vita, segmenti dell'individuo.

La presenza dell'identità immaginata fa sembrare che a vivere, sentire, mangiare, parlare, vedere… sia un soggetto particolare e, forse, indispensabile per lo svolgersi della vita. Invece, l'identità immaginata è soltanto un soggetto immaginario, del quale non soltanto la vita può fare a meno, ma anzi, è integrale soltanto quando lui non c'è. La vita è di per sé un'entità e non ha bisogno di qualcuno che la viva.

Durante la Consapevolezza integrale, non c'è un qualcuno ("identità immaginata") che immagina di vivere, c'è semplicemente la vita integrale. Non c'è la vita concettualizzata (io) vivo, (io) sento, (io) mangio, (io) parlo, (io) vedo…, ma esiste semplicemente la vita, il sentire, il mangiare, il parlare, il vedere…, la vita vive pienamente se stessa, più precisamente è compiutamente se stessa. La vita è un'illusione e l'inganno che ci sia qualcuno che la vive è un abbaglio, un'illusione nell'illusione.

Amare

Esistenza illuminante

L'esistenza illuminante stimola il divenire veritiero. Esistendo in modo illuminante (consapevolizzante)
si svolge il proprio "compito fondamentale", rispettando profondamente la vita che si è come individui. Esistere in modo illuminante per Divenire del tutto è la retta via.

Ma stretta è la porta ed angusta è la via che conduce alla vita, e pochi sono coloro che la trovano. Mt. 7, 14

L'Esistenza illuminata è il costante Alternarsi della Consapevolezza integrale con l'Estinzione. Implica la consapevolezza che, in Realtà, non si è colui che vive e nemmeno la vita stessa, ma l'Origine (Reale Identità, Dio, Assoluto) di ogni vita. L'Esistenza illuminata è l'Esistenza Divina osservata dalla prospettiva dell'individuo.

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Timori riguardo alla maturazione spirituale

Dare priorità alla maturazione spirituale, può fare emergere vari timori, perché si immagina che ne risentiranno il lavoro, la vita famigliare, i rapporti, il tempo libero, la vita sociale, emotiva, sessuale e altri aspetti dell'esistenza. Queste preoccupazioni sono sostanzialmente infondate perché:

- Chi non si consapevolizza può soltanto sognare di essere realizzato e di potersi realizzare. Ogni realizzazione è praticamente nulla rispetto alla Realizzazione di chi è Divenuto del tutto. Consapevolizzandosi non si perde nulla di importante, ma ci si avvicina a ciò che conta veramente, alla Maturità completa.
La maturazione della consapevolezza è l'unica soluzione effettiva per migliorare con sostanza la qualità della vita.

- Soltanto con la maturazione della consapevolezza, il campo esperienziale (consapevolezza, esserci) può diventare integralmente Felicità. L'individuo mediamente consapevole soffre continuamente ma, assuefatto all'afflizione, si rende conto di ciò molto parzialmente.

- Gli avvenimenti appaiono nella percezione sensoriale, che è un segmento della consapevolezza. La qualità sostanziale degli accadimenti dipende quindi sopratutto dalla qualità della consapevolezza. Maggiore è la maturità della stessa, migliore è la qualità con cui si sperimentano e interpretano gli aspetti della (percezione della) vita: rapporti, salute psicofisica, vita di coppia, carriera professionale, vita affettiva…. La Consapevolezza integrale è il Regno dei Cieli in terra, mentre
la consapevolezza parziale è sofferenza.

- Disagi, sofferenza, problemi…, sono primariamente conseguenze di un insufficiente grado di maturità spirituale.
L'individuo mediamente consapevole è il problema fondamentale per se stesso, anche se raramente comprende di esserlo, ma anche un concausatore di problemi altrui. Maturando spiritualmente, si provocano sempre meno problemi e si risolvono più facilmente quelli esistenti, anche perché si possono affrontare con meno ansia e più coraggio, risoluzione e lucidità. La maturazione spirituale semplifica la vita, fa intravedere meglio la semplicità già esistente e le soluzioni essenziali. Per risolvere i problemi in profondità è fondamentale comprendere che:

il problema basilare è la consapevolezza non sufficientemente matura;

la risoluzione effettiva dei problemi comincia assumendosi la responsabilità, non la colpa, del proprio stato e iniziando a maturare spiritualmente.
Questo implica anche la consapevolizzazione che il cosiddetto mondo esteriore è sia un nostro segmento sia una nostra proiezione. I responsabili sostanziali dei problemi non si trovano all' "esterno", ma sono i nostri processi non sufficientemente consapevolizzati.
Se non si trasformano beneficamente le emozioni e le idee che stanno alla base di un problema, è probabile che, anche se si "risolve", ritornerà a manifestarsi, magari in forma diversa.

Versione integrale dell'articolo

Dio, Unica Realtà

La Realizzazione spirituale non consiste nell'essere diventati Reali o Eterni come individuo, ma nella piena certezza illuminata che Dio è l'unica Realtà. Rivolgersi a Buddha, Gesù, Padre Pio, Shankara, Santa Teresa di Calcutta o ad altre menti Divenute del tutto, è sicuramente positivo e spesso risolutivo, ma non significa che c'è un'entità cosciente individuale (Aristotele, Rumi, Tesla, Leonardo, Santa Caterina da Siena…), che sente le nostre esigenze e si attiva intenzionalmente. Il pensiero rivolto (ai processi relativi) ai Divenuti, accentua l'attività di processi che Loro avevano maturato in vita, ma anche processi avviati dopo dalle loro opere e da chi si rivolgeva loro. Pensare a Loro stimola la manifestazione accentuata di vibrazioni-energie benefiche, la Matrice delle quali è "nella" Coscienza Originale, che è senza tempo e individualità.

Dio, La Reale Identità


 

ScoprirSi Origine di ogni vita

La ricerca spirituale è anche indagare sui perché sostanziali della vita (per esempio: Chi vive la vita?, C'è veramente qualcuno che la vive?) e sulla sua Origine (Reale Identità), per trascendere i perché scoprendoSi Origine di ogni vita.

Articolo completo


lunedì 15 febbraio 2010

Tristezza collettiva

La tristezza collettiva usata come base per definire gli standard di felicità indica la direzione verso la sofferenza.

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La soluzione per la felicità è la decontaminazione dall' "io". La mente sensata non perde tempo a curarlo, ma provvede a dissolverlo, trasformando le sue vibrazioni in Amore. Curare l' "io" è come abbellire una malattia inguaribile.

Approfondimenti

Evoluzione dell’Anima

Secondo alcuni insegnamenti, l'Anima (Coscienza) sale e scende attraverso vari livelli evolutivi, anche come conseguenza di presunti c.d. meriti e demeriti della stessa Anima. Particolarmente fantasiose sono le teorie secondo le quali ci si può reincarnare in pietre, fiori o animali. Tali insegnamenti non considerano però che nell'ambito dell'Anima (Coscienza) non ci sono meriti e demeriti, i quali sono concetti e sono quindi esclusivi alla mente.

Non ci sono i c.d. livelli spirituali attraverso i quali l'Anima (la Coscienza) sale e scende, nel senso di involuzione ed evoluzione attraverso la (presunta) reincarnazione, anche perché lo Spirito (Anima, Coscienza) non ha livelli, i quali esistono soltanto per la mente e nella mente. La cosiddetta discesa dell'Anima (Spirito, Coscienza) consiste, in effetti, nel manifestarsi della Coscienza Infinita attraverso l'incarnazione collettiva/individuale. La Coscienza Infinita si è evoluta atemporalmente e aspazialmente e quindi "simultaneamente" sino alla Coscienza individuale, che è la sua forma evolutiva massima. Questo significa pure che il "modello" di Coscienza individuale esiste da sempre come Coscienza Infinita, vale a dire che il processo d'individuazione della Coscienza esiste da sempre.

Karma e incarnazione


Dio non vede

Dio non vede, eppure ogni occhio è un suo telescopio, che la mente poco consapevole rende caleidoscopio.

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Conoscere Dio è l'unico modo per cessare completamente di credere o di non credere nella Sua Esistenza. Credenza e non credenza sono le due facce della medaglia ignoranza.

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Dio non può percepire la mente e lei non può percepire Lui. Un gioco apparentemente assurdo. Eppure tutto il mondo vi ruota attorno.

Realtà e Amore

Risveglio spirituale

Ciò che è comunemente definito amore è un incubo. Chi Ama è Desto.

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Rincorrendo il Risveglio ti impedisci la piena consapevolezza ora-qui, che caratterizza l'esistenza Desta.

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Durante la meditazione rischio di addormentarmi.

Impossibile, addormentarsi è un lusso che solo chi è Sveglio può permettersi! Come potrebbe addormentarsi chi sogna costantemente?!

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Le favole spirituali addormentano, la spiritualità Desta.

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Conoscenza e ignoranza

Il percorso di conoscenza è il consapevolizzarla come ignoranza.

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La conoscenza è qui, in te, pronta a esprimersi come Amore. Perché la reprimi, accumulando ignoranza su ignoranza?

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Il conoscitore percepito come tale fa sempre parte del conosciuto, espressione del Conoscitore.

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Le esperienze sono conoscenza e ogni conoscenza è ignoranza.

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L’universo (è) mente

Ovunque guardi, la mente vede se stessa. Lo sguardo rivolto all'universo è rivolto dalla mente a se stessa. L'universo è un suo modo di sperimentarsi.

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I pianeti appaiono nella mente, ne fanno parte. Naturale che influiscano, astrologicamente parlando, sulla (percezione della) vita, che appare nella mente.

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Mente, invece di immaginarli, scopri i tuoi confini.

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L'universo pesa tanto quanto è pesante la mente in cui appare.

Realtà e Amore

Vuoto mentale

Le parole non scaturite dalla mente Vuota sono vuote.

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L'assenza di Vuoto mentale è carenza di Amore. La mente piena è carente di Amore, quella Vuota è Amore.

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Più il vuoto della mente è percepito come pieno più la mente è vicina alla verità su se stessa.

Realtà e Amore

Dio non vuole nulla

Cosa vuole Dio da me? Nulla, grazie a Dio. Il dio che vuole qualcosa non è Dio. Può la Perfezione aver bisogno di qualcosa?

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Immaginare di poter fare a meno di Dio è come fantasticare di non avere genitori.

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Il totale abbandono a Dio è una condizione di base per la Saggezza. Saggio chi si abbandona come soluzione prima. Disperato chi lo fa come ultima possibilità.

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Dio è un appellativo per il Senza nome. Come potrebbe esistere qualcosa come in nome di Dio? In nome di chi sono allora le guerre sante?

Realtà e Amore


 

Dio, ti prego di (non) perdermi

Dio, ti prego di non perdermi sulla strada verso Te.

Dio, ti prego di perdermi sulla strada verso Te.

Queste due preghiere apparentemente molto diverse hanno quasi lo stesso significato. La seconda è migliore. Scomparso l'io, rimane Dio.

Realtà e Amore

Consapevolizzare, non colpevolizzare

Consapevolizzare, non colpevolizzare.

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Consapevolizzare il "punto" in cui sorge e scompare la consapevolezza: chi vuole scoprirSi Origine della propria Ricerca deve tendere a questo.

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Sogni il risveglio collettivo?

Inizia dal tuo!

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Consapevolizzarsi è un'esigenza fondamentale. Perdendo di vista ciò si alimentano bisogni artificiali.

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Dormire con gli occhi chiusi è uno specchiarsi del dormire a occhi aperti, il Sole non tramonta mai per chi è Desto.

Realtà e Amore


 


 


Lettura Illuminante

Leggere tra le righe, per farle scomparire: questa è la sostanza della lettura illuminante.

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Ascoltare per udire il significato dietro alle parole, sino alla scomparsa di ogni accezione. Questo è ascolto illuminante.

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Compito vero dei concetti è esprimere Amore, indicarLo, non velarLo.

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La conoscenza è un modo di dissimularsi dell'ignoranza.

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Essendo l'Amore l'essenza della conoscenza, essa non può mai esserne completamente priva, ma raramente lo esprime nella sua pienezza.

Realtà e Amore


 


Assoluto

Sconosciuto a Me stesso, Io Assoluto Sussisto Origine di ogni conoscenza.

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Di Me Assoluto non si può trovare traccia, ma il Saggio Mi testimonia.

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Non cercate di delimitarmi con concetti su Me. La sola parola Dio o Assoluto o Realtà o Sé, mi starebbe stretta. Se avessi misura.

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Non sono Io Assoluto a chiedermi: Chi sono io? Ogni interrogazione trova Origine in me,ma io non sono al corrente di alcuna.

Realtà e Amore


 


 


La stagione dell’Amore

Non si può Amare se stessi senza Amare il prossimo, e viceversa. In verità non v'è distinzione.

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L'Amore implica l'assenza di paure. Perché temere di Amare?

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Finché cerchi l'Amore fuori non lo troverai mai. Non c'è il fuori e l'Amore è sempre in te. Pronto a essere scoperto integralmente.

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La stagione dell'Amore non viene e non va, è sempre ora-qua.

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Divenire integralmente amore e ScoprirSi Origine dell'Amore, questa è la Soluzione.

Realtà e Amore


 

Quello che è Lui per te individuo sei Tu per Te Dio.

La Soluzione non è esplorare l'universo, ma immergersi profondamente in Se Stessi Origine dell'universo.

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La facoltà di pensare caratterizza l'uomo. La capacità di non pensare il Saggio.

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Io Assoluto, pur essendo l'Origine di ogni significato non posso affermare nulla.La fonte del fiume non può dissetarsi a valle.

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Quello che è Lui per te individuo sei Tu per te Dio.

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Troverai sempre qualcuno che troverà qualcosa che non va in te, perché non ha trovato se stesso. Chi non è Amore non può vedere senza proiettare.

Realtà e Amore

domenica 14 febbraio 2010

Sono – Chi sono? – Qual è la Reale Identità?

Il potenziale del divenire si manifesta anche come domanda primaria Chi sono (io)?, che è il riflesso naturale della constatazione primaria Io sono (esisto), la quale a sua volta scaturisce dalla percezione primaria di esistere dell'individuo, che è il divenire stesso.

La ricerca, conscia o inconscia, della risposta a questo interrogativo, nel caso del divenire ingannevole stimola il definirsi, cioè il potenziamento dell'identità immaginata, che è conseguenza e ragione del falso divenire.

Nel caso del divenire veritiero stimola invece il riconoscerSi, cioè il riconoscere la Reale Identità, anche attraverso la consapevolizzazione di ciò che Essa non è  (corpo fisico, emozioni, pensieri, Pace, Amore, Conoscenza, consapevolezza, individuo, divenire, Coscienza…). Per scoprire l'Identità Reale bisogna neutralizzare quella immaginata e il suo definirsi. Sino a che permangono le falsità, non può emergere la Verità: In Realtà sono Dio (non come individuo, chiaramente).

L'interrogativo Chi sono io? scaturisce dalla constatazione Io sono, ma la risposta concernente la Reale Identità, non riguarda la percezione di esistere dell'individuo, bensì la sua Origine (Reale Identità). L'abbaglio di essere in Realtà chi percepisce di esistere, rappresenta l'identificazione con la consapevolezza ed è la base dell'identificazione con il corpo, le emozioni, i pensieri…

Bisogna quindi indagare su Ciò che Precede se stessi individuo, per Scoprire Se Stessi Assoluto, anche con la domanda: Qual è la Reale Identità?

Divenire


Consapevolizzazione e sofferenza

Consapevolizzandosi, la mente si quieta e aumentano i periodi in cui e in pace con se stessa e con gli altri. Può però anche accadere che aumentino temporaneamente i conflitti interiori e "esteriori", le emozioni nocive, i pensieri superflui e può sembrare che la situazione stia peggiorando… Sono sintomi positivi del divenire veritiero, una specie di crisi da consapevolizzazione, che può essere spiacevole, ma è sicuramente benefica per la maturazione della consapevolezza, la salute e la vita in generale. Tra l'altro, si tratta prevalentemente di stati pesanti che erano repressi e di cui ci si inizia rendersi conto più profondamente. Per favorire il divenire veritiero, è importante cercare di testimoniarli senza identificazione e non utilizzarli come indicatori della propria "particolarità spirituale", come strumento per attirare l'attenzione (sono già mesi che "mi fa male" il quarto chakra; quanta sofferenza sto buttando fuori, da mesi oramai...). L'identificazione con la sofferenza (processi della mente che si identificano con altri suoi processi) e l' "entrare nel sogno della sofferenza", è un ottimo modo per abortire la pienezza della vita e schiacciare se stessi e altri nell'inferno della sofferenza.

Soffrire non è inutile, è nocivo.

La sofferenza uccide la bellezza della vita. 

Soffrendo rovini la tua e altrui vita.

Soffrire ostacola il divenire, individuale e collettivo.

Destati dalla sofferenza.

Svegliati all'Amore. 

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La Coscienza è Una

La Coscienza è Una e non c'è alcuna Coscienza differenziata, nel senso di diversa dalla Coscienza Infinita. In effetti, non ci sono né la Coscienza di Tesla, né la Coscienza di Krishna, né la Coscienza di Buddha, né la Coscienza di Gesù, né la Coscienza di Leonardo, né quella di Santa Teresa d'Avila, né quella di Madre Teresa di Calcutta, né la Coscienza di altri Divenuti del tutto. Nell'ambito dell'unica Coscienza Infinita ci sono processi che si sono formati come conseguenza dell'attività di Madre Teresa di Calcutta, Santa Teresa d'Avila, Leonardo, Gesù, Buddha, Krishna, Tesla e di altri Divenuti del tutto e di tutti gli esseri umani "vissuti" e "viventi". Possiamo definire questi processi come Coscienze individuali Maturate (del tutto), ma anche come singoli processi d'individuazione dell'unica Coscienza Infinita che si sono Compiuti. Quando in questo volume è utilizzato il concetto Coscienza Maturata di Mozart, Coscienza Maturata di Gesù, Coscienza Maturata di… oppure Coscienza di Mozart, Coscienza di Gesù, Coscienza di… ci si riferisce proprio ai processi d'individuazione della Coscienza Infinita attraverso i processi relativi a coloro che sono denominati Mozart, Gesù… Si tratta tra l'altro di processi d'individuazione della Coscienza che hanno migliorato in modo molto concreto il software per l'autoriconoscersi della Coscienza Infinita, vale a dire il software collettivo per consapevolizzare i processi mentali ovvero per armonizzare le vibrazioni – energie con la stessa Coscienza.

Karma e incarnazione

Realmente e veramente

Molte fonti indicano che realmente è sinonimo di veramente ovvero che reale significa vero. Ad esempio, è specificato che vero significa: rispondente alla realtà dei fatti. Tale definizione può essere molto ingannevole perché stimola l'abbaglio che il mondo/la mente sia Reale.

I fatti non possono in nessun caso essere Reali. Ogni fatto è un processo e quindi è mutabile, vale a dire irReale. Solo la Reale Identità (Sé, Dio, Assoluto) È Reale. L'esprimersi (Coscienza, vibrazioni, energie e materia) della Reale Identità è mutabile e dunque è irReale. La Coscienza e la mente, nella quale appare il mondo, sono irReali aspetti dell'irReale esprimersi della Reale Identità. La Coscienza e la mente esistono solo come illusioni. Gli avvenimenti avvengono effettivamente ma non Realmente, perché sono mutabili e fanno parte del mutabile e quindi non possono essere Reali. Pensare che Reale sia sinonimo di vero e che Realmente sia sinonimo di veramente, è una caratteristica della mente che Ignora la Reale Identità e perciò non Discerne il Reale (Reale Identità, Sé, Dio, Assoluto) dall'irReale (Coscienza, vibrazioni, energie e materia/Coscienza e mente).

Karma e incarnazione

Attaccamento alla vita

Una delle ragioni del fascino degli insegnamenti sulla (presunta) reincarnazione è che offrono ai credenti la speranza che la loro identità immaginata ("io") oppure la loro individualità o la loro Anima individuale (Coscienza individuale), continuerà ad esistere reincarnandosi. Tali insegnamenti possono anche ingannevolmente aiutare a mitigare la paura di morire (di cessare definitivamente di esistere come entità particolare/individuale), mentre stimolano certamente l'attaccamento alla vita, all'identità immaginata (all' "io"), all'individualità ed all'Anima individuale (Coscienza individuale), ovvero l'attaccamento alle idee sull'individualità e sull'Anima individuale (Coscienza individuale). Tutti questi elementi: il desiderio che l'entità individuale (ovvero ciò che si definisce come "se stessi") continui ad esistere, la paura di morire e l'attaccamento alla vita sono grandi ostacoli per il Divenire.

Divenire in modo qualitativo significa anche smettere gradualmente di immaginare di essere ciò che prima si immaginava di essere: cessare di immaginare non solo di essere l'identità immaginata e che essa sia Reale, ma anche di immaginare di essere l'individualità (Coscienza e mente) nel suo complesso e che essa sia Reale. Significa cioè anche avvicinarsi ad esperire ogni identità immaginata ed ogni individualità come irReali e Dio (Assoluto) come Unica Realtà e come (propria) Reale Identità. Il Divenire si può definire anche come Ricerca della (propria) Reale Identità e non si può giungere a Conoscere la (propria) Reale Identità, "fermandosi" alle illusioni: identità immaginata, individualità e Coscienza (individuale/Infinita).

Karma e incarnazione

Non attaccamento

Per evolversi spiritualmente è necessario trascendere ogni attaccamento, è un pensiero veritiero, ma mal interpretato fuorvia. Alcuni pensano che per superare ogni attaccamento, sia necessario abbandonare la vita ordinaria in favore di quella che definiscono vita spirituale.

La sostanza del trascendimento non consiste nel cambiare stile di vita, ma nella maturazione della consapevolezza, senza la quale si può soltanto fantasticare di aver trasceso gli attaccamenti, magari perché l'attaccamento alla carriera è stato sostituito con quello alla spiritualità, condito, per esempio, con l'attaccamento al (concetto di) non attaccamento. Questo può facilmente potenziare l'abbaglio di essere molto evoluti spiritualmente e di essere sulla strada giusta, mentre si è su quella dell'abbagliarsi diversamente.

Il fraintendimento che la vita spirituale sia incompatibile con quella ordinaria, è uno dei maggiori ostacoli per la maturazione spirituale e può facilmente sfociare in "estremismo spirituale", che è un aspetto del "fuggire dalla vita". Per maturare spiritualmente, non è necessario cessare di vivere la vita ordinaria per scappare in ciò che si definisce vita spirituale, ma bisogna esistere in modo illuminante (consapevolizzante) per giungere all'esistenza Illuminata.

Il trascendimento ultimo degli attaccamenti non è un particolare porsi verso la vita, anche nel senso di scegliere determinati avvenimenti e comportamenti ed escluderne altri, ma è una conseguenza del pieno e costante Discernimento del Reale dall'irReale, cioè della Reale Identità (Dio, Assoluto, Realtà) dalla Manifestazione.

Spiritualità e quotidianità


Vita spirituale

Compreso nella sua essenza, il concetto di vita spirituale può favorire la maturazione spirituale, altrimenti può facilmente abbagliare e sviare. Spesso quella che è definita vita spirituale, non è tale da far maturare spiritualmente, ma è soltanto una vita in linea con dei concetti sulla (presunta) spiritualità.

Seguire determinate idee spirituali e tipi di condotta (definita come) spirituale non significa necessariamente maturare spiritualmente. D'altra parte, ci sono modi di vita che possono sembrare per nulla spirituali, perché non in linea con ciò che si crede essere spirituale e spiritualmente corretto, ma lo sono profondamente.

Una cosa sono i concetti sulla vita spirituale, che possono essere più o meno veritieri, altra cosa è l'effettiva vita spirituale, determinata da quanto stimola la consapevolizzazione, indipendentemente dalla forma espressiva. La vita spirituale qualitativa porta a trascendere i concetti, la forma oggettuale e la suddivisione (non illuminata) in spirituale e non spirituale. La vera vita Spirituale non è una questione di concetti sulla spiritualità, ma di Alternanza tra la Consapevolezza integrale e l'Estinzione. Chi è Divenuto del tutto è costantemente piena vita spirituale.

Dopo l'autorealizzazione, qualsiasi siano il comportamento o le azioni espresse attraverso il corpo di un saggio, queste saranno spontanee e completamente incondizionate; non possono essere connesse ad alcuna disciplina. Un saggio realizzato può nascondersi in una persona dall'aspetto trasandato, seduta in un campo per cremazioni, o in palazzo prezioso, nel palazzo di un re. Può essere un macellaio per vocazione, o un uomo d'affari di successo, ciò non di meno un essere realizzato, avendo trasceso la dimensione dell'essere, risiede per sempre nell'eterno assoluto.[6] - Sri Nisargadatta Maharaj

[6]  Il nettare dell'immortalità – ultimi insegnamenti, Sri Nisargadatta Maharaj, a cura di Robert Powell, Ubaldini Editore – Roma, pag. 91.

L'ignorare cos'è effettivamente la vita spirituale, scaturisce primariamente dal non capire che la maturazione spirituale equivale alla maturazione della consapevolezza, cioè all'integrazione dell'esserci. Questo può essere motivo di idee, emozioni e condotte che ostacolano la consapevolizzazione; può anche essere paragonato al salire in una macchina guidata da un autista che non si conosce, senza sapere perché si è saliti, ignorando dov'è diretta la macchina e se l'autista sa guidare.

Alcuni immaginano di star maturando spiritualmente, mentre soltanto si occupano di temi spirituali e conducono un'esistenza che definiscono spirituale.

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L’esistenza illuminante

L'esistenza illuminante stimola il divenire veritiero. Esistendo in modo illuminante (consapevolizzante) si svolge il proprio "compito fondamentale", rispettando profondamente la vita che si è come individui. Esistere in modo illuminante per Divenire del tutto è la retta via.

Ma stretta è la porta ed angusta è la via che conduce alla vita, e pochi sono coloro che la trovano. Mt. 7, 14

L'Esistenza illuminata è il costante Alternarsi della Consapevolezza integrale con l'Estinzione. Implica la consapevolezza che, in Realtà, non si è colui che vive e nemmeno la vita stessa, ma l'Origine (Reale Identità, Dio, Assoluto) di ogni vita. L'Esistenza illuminata è l'Esistenza Divina osservata dalla prospettiva dell'individuo.

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Il Divenire

Il divenire è l'insieme di processi dal momento della fecondazione alla morte, è la vita. È un'espressione dei processi della Coscienza, che origina dalla Reale Identità (Assoluto, Dio, Sé, Realtà). In questo senso, si può affermare che il divenire è uno strumento per il riconoscersi della Reale Identità. Si tratta però soltanto di un modo soggettivo di spiegare i processi, perché la Reale Identità precede ogni conoscenza e non ha la necessità di riconoscersi, né altre esigenze. Ogni bisogno concerne l'individuo. La Reale Identità Sussiste come Perfezione di per Sé.

Divenire

La Realizzazione spirituale è Naturale

Il divenire si Realizza quando (l'individuo) Diviene del tutto. Il divenire Realizzatocontinua in modo "non individuale", nel senso che non c'è più la percezione di essere un individuo.

La Realizzazione è del tutto Naturale. Chi diviene come dovuto, non fa qualcosa di eccezionale. Segue semplicemente il proprio corso naturale che lo porta a diventare Naturale (Sano). Un fiume che scorre verso valle è un fenomeno naturale. Solo un fiume che si elevasse dal basso verso l'alto sarebbe un fatto innaturale ed eccezionale. Chi ritiene che stimolare il divenire autentico sia un'attività eccezionale o particolare si comporta in modo simile a chi asserisce che respirare e mangiare siano attività straordinarie.

Chi è divenuto completamente ha compiuto sino in fondo il proprio naturale percorso di maturazione. A causa della scarsa maturità media diffusa nel mondo, è però generalmente visto come qualcosa di straordinario. Il basso grado di consapevolezza è invece considerato lo stato naturale. Un po' come se "tutti" i corpi avessero la febbre alta e se questa fosse considerata un sintomo di salute. Per questo non diventare Naturali (non Divenire del tutto) è da molti reputato naturale, mentre divenire Naturali è creduto un qualcosa di non naturale ovvero di sovrannaturale. Di fatto però, l'individuo mediamente divenuto è sottosviluppato (ipodivenuto). "Ha un febbrone".

Un albero senza rami, senza foglie e con il tronco forato da buchi su buchi, sarebbe considerato un albero malato, che non è divenuto quello che dovrebbe essere. Il grado di maturità dell'individuo mediamente divenuto è paragonabile a tale albero. Come potrebbe essere definito un corpo umano senza arti, orecchie e bocca e col resto del corpo fortemente deturpato?! In rapporto al suo potenziale, l'individuo mediamente consapevole è messo molto peggio di questa descrizione: ha sviluppato soltanto l'ombelico ed è soltanto quello. Chi non diviene qualitativamente continua a esistere talmente sotto il proprio potenziale, che deviato anche dall'ombelichismo globale, reputa naturale avere soltanto l'ombelico ed eccezionale avere il corpo completo e godere di buona salute.

Divenire

Naturale Naturalezza

Amare incondizionatamente, indipendentemente dall'amato, perché l'amato coincide con l'amante, è bellissimo. Più precisamente, Naturale. 

Essere Felici(tà) a prescindere da ciò che accade, perché La si è, è meraviglioso. Meglio, è Naturalezza. 

Conoscere ogni pensiero come ignoranza è libertà (dalla conoscenza). Naturale.

Essere (in) Pace nel frastuono generale, perché nella consapevolezza che è Pace, anche il frastuono è sua totale Quiete, somma serenità. Veramente è Naturalezza.

Amare il prossimo come se stessi, perché lo si riconosce come se stessi, come apparizione in sé individuo, come elemento di Sé Totalità e come espressione di Sé Realtà, è splendido. A dire il vero è Naturale. 

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Aiutare veramente

Molti si preoccupano del mondo, aggravandone così la condizione. L'umanità ha bisogno di soluzioni, non di ulteriori preoccupazioni. Occuparsene con qualità rigenera il genere umano, preoccuparsene lo degenera. Chi conosce le soluzioni si occupa, non si preoccupa. 

Preoccuparsi è facile, bisogna soltanto continuare a essere ciò che si è. 

Occuparsi è difficile, bisogna migliorare se stessi, accrescere la consapevolezza, aumentare la qualità di emozioni e pensieri, liberarsi dai meccanismi controproducenti. 

Aiutare veramente è semplice e facile. Non esige alcuno sforzo. La mente pienamente consapevole non può fare a meno di essere d'aiuto all'umanità, poiché è Amore è aiuto, anche se può sembrare non porgerne alcuno. 

Il problema dell'umanità è la superficialità. La soluzione è operare in profondità, dall'intimità dell'essere. Dal regno dell'Amore. Può farlo solamente, lo fa costantemente, chi ha dissolto in sé ogni diversità tra superficiale e profondo, trasformandosi integralmente in ciò di cui l'umanità ha più bisogno: Pace-Amore.

Le parole non possono veramente risolvere i problemi del mondo. Sono esse stesse una ragione dei problemi e del mondo. Il sapere comunicato con qualità può aiutare l'umanità, ma la soluzione vera è la conoscenza esente da pensieri. Non si può esprimerla con le parole. Si può soltanto emanarla, quando la si è integralmente, non si può fare a meno di irradiarla costantemente.

Realtà e Amore


sabato 13 febbraio 2010

Karma e legge di causa e conseguenza

Il Karma (Coscienza) non avviene nel tempo e nello spazio, i quali sono elementi della mente che a sua volta è una manifestazione dei processi del Karma. Ogni processo mentale è una manifestazione ("proiezione") dei processi del Karma (Coscienza). Il Karma è "di là" della mente e dunque è anche atemporale e aspaziale. Molte incomprensioni riguardo al Karma derivano proprio dal fatto di collocarlo nell'ambito del tempo/spazio. Molti utilizzano il concetto di Karma per definire il principio basilare di causa e conseguenza degli avvenimenti, non considerando però che il tempo/ spazio e tutti gli avvenimenti temporali/spaziali sono una conseguenza dei processi del Karma (Coscienza). Gli Accadimenti Effettivi accadono nell'ambito del Karma come processi del Karma, mentre gli avvenimenti mentali (immagini, emozioni, pensieri, sensazioni, avvenimenti, corpi fisici, energie, oggetti…) sono la manifestazione di questi Accadimenti Effettivi.

Le cause effettive non sono nel tempo/spazio, ma si trovano nell'ambito del Karma. È quindi errato porre il Karma nell'ambito del tempo/spazio, basandosi su definizioni (intellettuali), leggi mentali e fisiche, sulla c.d. razionalità e su altri elementi di tipo mentale, anche perché il Karma "di là": dell'intelletto, della c.d. razionalità, delle leggi mentali e fisiche e "di là" di ogni altro elemento della mente.

È l'illusione del tempo che ti fa parlare di causalità. Quando il passato e il futuro vengono visti nel presente senza tempo, come parti di un unico schema, l'idea di causa – effetto perde validità e al suo posto subentra la libertà creativa.99

Nisargadatta Maharaj

Io Sono Quello, Sri Nisargadatta Maharaj, Ubaldini Editore Roma, 2001, pag. 13.

Il Karma è anche l'effettivo principio di causa e conseguenza, ma è anche "di là" delle cause e delle conseguenze (mentali). Il Karma è sì la causa della mente ed i processi Karmici sono quindi pure il "seme" di quelle che (nell'ambito della mente) possono essere percepite ed interpretate come cause e conseguenze, ma il Karma è comunque "di là" dello stesso principio di causa e conseguenza.

Karma e incarnazione

Karma e sofferenza

Per alcuni, il Karma ovvero i concetti sul Karma, sono un modo di spiegarsi la propria sofferenza e giustificarla, magari imputandola al c.d. (presunto) Karma pesante accumulato nelle (presunte) vite precedenti. Tale interpretazione delle cause della sofferenza fuorvia e impedisce di scorgere che la sofferenza è un'espressione del non vivere in modo consapevolizzante. La sofferenza è un processo della mente inquieta (non consapevolizzata) ed ignorante la Reale Identità. La mente Quieta (consapevolizzata) è invece caratterizzata dalla Beatitudine. Il Karma di per sé non può essere mai caratterizzato dalla sofferenza che è limitata alla mente non consapevolizzata, mentre il Karma è "di là" della mente. Nell'ambito del Karma ci possono essere le predisposizioni Karmiche della sofferenza, le quali nell'ambito della mente si manifestano come sofferenza a causa della mente non consapevolizzata.

Consapevolizzare la mente richiede dedizione, sforzo e tendere costantemente ad "essere ora e qua", mentre alla mente non consapevolizzata "piace vagare", "fuggire dall'ora e qua". La mente non consapevolizzata percepisce/interpreta perciò il fantasticare sulle (presunte) vite passate come ottima destinazione. Comprendere che la sofferenza è una caratteristica della mente inquieta (non consapevolizzata) può essere un ottimo stimolo per assumersi la responsabilità (delegata nel caso del credere alle vite precedenti: ad altri immaginari "se stessi" di immaginate vite precedenti, al Karma, al destino...) della propria sofferenza e per iniziare a consapevolizzare la mente.

Soltanto la mente quieta è una mente sana ed esente dalla sofferenza. Quietare la mente è il lavoro più difficile da farsi, ma anche l'unico lavoro a cui merita veramente dedicare la vita ovvero consacrare la stessa mente. Quietando la mente emerge la Verità che Dio È la (propria) Reale Identità.

La verità esiste fin dall'inizio, ed è seminata ovunque: molti vedono che è seminata, ma pochi sono coloro che la vedono raccolta.105

Vangelo di Filippo

105 Vangelo di Filippo, I vangeli gnostici. Adelphi Edizioni Milano, 1984, pag. 52.

Una vita "vissuta" Ignorando la (propria) Reale Identità è una vita da ignoranti ed è del tutto normale che sia una vita caratterizzata dalla sofferenza.

Karma e incarnazione


Incarnazione di Dio

Ogni individuo è un'incarnazione di Dio che È la Reale Identità di ognUno.

Ogni individuo è figlio (come individuo) di Se Stesso Dio e Padre (come Dio) di se stesso individuo.

Essere l'incarnazione di Dio non è esclusivo a qualcuno che è definito o si autodefinisce eletto, ma è un fatto del tutto naturale ed insito in ogni concepimento umano.

Karma e incarnazione

La Verità vi renderà liberi


La Verità rende liberi: la piena sperimentazione di se stessi come Pace e Amore, nobilitata dalla compiuta consapevolezza di Se Stessi come loro Origine, non è condizionabile dai mal governi e ne riduce gli effetti infausti. 


Come la Verità non vi renderà liberi? Quelli che, guardando le sacre scritture con la cecità della fede che non si trasforma in conoscenza, credono ottusamente in Dio senza avanzare di un passo nella comprensione, Lo cancellano dalla vita e producono grigie pagine vuote su cui l’ignoranza può sbizzarrirsi a descrivere il mal governare come volontà divina.





Autorità Reale

Fantasticare l'esistenza di un mondo esteriore può facilmente illudere che le autorità si trovino fuori. Trovare l'Autorevolezza (Consapevolezza integrale) e l'Autorità Reale (Assoluto) è invece questione di immergersi profondamente in se stessi alla ricerca di Se Stessi. L'Autorità Reale non cambia mai, qualunque momento storico sia. Tu (Assoluto) non hai storia, non conosci tempo. Il Suo (Tuo) mandato? Non essendo mai iniziato, non scadrà mai. (Pur) non essendo mai stata eletta, non sarà mai deposta. Non rispettarLa significa non onorare l'Origine (Assoluto) di se stessi individuo - non celebrare Se Stessi Origine della Manifestazione.

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Mal governanti e mal governati

I mal governanti in alto sono proiezioni di quelli in basso. Si eleggono e rovinano vicendevolmente. I primi servono male i secondi, che possono ben servirli (approvandoli e rieleggendoli) o dar loro il ben servito (non riconfermandoli). Chiudendo la porta ai mal governanti di oggi la spalancano a quelli di domani, forse diversamente ideologici, ma sicuramente simili ai precedenti in quanto a (non) qualità concettuale ed emozionale. Fin quando non ha trasceso ogni ideologia, il governante ideale è ben lontano dall'ottimale.

Chi governa il mondo?


Follia collettiva

La Verità sembra follia a chi è assuefatto alle menzogne. Le falsità costano poco, ma crederci costa caro.

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Sconfinati possono sembrare i contorni dell'immaginazione. Immaginare l'inimmaginabile rappresenta i confini della mente.

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L'umanità è pervasa da tale follia da bollare come follia tutto ciò che è diverso dall'ordinaria follia. Sopratutto il Vero.

Follia collettiva