lunedì 28 novembre 2011

Ognuno è genitore del proprio mondo, e dovrebbe educarlo bene in modo da sperimentarlo costantemente illuminato dall’Amore.


Cosa potresti dirci ancora per aiutarci a comprendere finalmente che i nostri figli sono una percezione prodotta in noi, come il mondo e noi stessi? 
    I figli non sono percezioni dei genitori, ma esistono come effettivo processo nell’ambito della totalità. Quelli che però il genitore percepisce come figli, non sono  “i figli” di per sé, ma sono percezioni che il genitore produce e sperimenta in sé. Ciò che si percepisce fa, chiaramente, parte della percezione, che è  sempre interiore e  in nessun caso esteriore. Paradossalmente nonostante tutto è uno, più precisamente Uno è tutto non ci può mai essere alcun contatto veramente diretto tra gli individui. Ognuno produce, proietta e sperimenta il proprio mondo in se stesso. In questo senso, ognuno è anche genitore del proprio mondo, e dovrebbe educarlo bene in modo da sperimentarlo costantemente illuminato dall’Amore. www.andreapangos.it


Come individui siamo figli di Dio immanifesto che Siamo, come Dio immanifesto Siamo il Genitore Unico, perché Origine dell’umanità intera.


 "I figli non sono i nostri figli, sono le frecce del nostro arco", Gibran: come possiamo superare l'attaccamento ai nostri figli, al loro destino, al loro essere potenziali eredi della ricerca spirituale o essere straordinariamente  ordinari?
  L’attaccamento ai figli è la dipendenza esperienziale dei genitori alle proprie proiezioni chiamate figli. Nessuno può veramente vedere l’altro, non si possono abbracciare i propri figli. Ogni abbraccio è un’esperienza interiore, una percezione prodotta in noi.  Ci si libera dall’attaccamento ai figli aumentando la qualità delle proprie proiezioni chiamate figli, facendole cioè vibrare sempre più come Amore.  Come individui siamo figli di Dio immanifesto che Siamo, come Dio immanifesto Siamo il Genitore Unico, perché Origine dell’umanità intera. www.andreapangos.it

Il vero coinvolgimento è l’Amore, soltanto quando si Ama si può agire con tutto il proprio essere.


 E appunto: coinvolgimento o agire illuminante?
    Il vero coinvolgimento è l’Amore, soltanto quando si Ama si può agire con tutto il proprio essere. Il coinvolgimento inteso nel senso comune del termine può risultare facilmente negativo, produrre risultati deleteri opposti a quelli prodotti dall’Amore. L’Amore è caratterizzato da salute, armonia, comprensione, conoscenza, empatia, sicurezza, assenza di paure, compassione. Più si è vicini ad Amare, più si possono manifestare queste qualità, indispensabili per una vita veramente sana, individuale, famigliare collettiva.  L’Amore è azione piena senza attaccamento alcuno.  L’Amore è immedesimazione esperienziale integrale, il coinvolgimento inteso nel senso ordinario del fenomeno è invece un agire della parzialità che cerca di mettere a posto la totalità. Impresa impossibile: soltanto nell’Amore ci può essere globalità. www.andreapangos.it
  

La ricerca delle verità è più importante del mantenimento delle falsità familiari.


Quando accade di diventare genitore, anche il ricercatore spirituale più consapevole si trova improvvisamente ad esprimere attraverso la nuova esperienza i programmi, gli schemi della vita familiare  attivi nell'inconscio collettivo…. e può acuire al massimo la consapevolezza per liberarsi da precedenti retaggi, ovviamente fallimentari, e costruire un nuovo modello. Quanto la propria individualizzazione anche in questo aspetto è legata alla forza centripeta spirituale che esclude necessariamente vecchi sistemi, ma anche modalità relazionali e  persino, a volte, relazioni stesse? 
   L'individualizzazione qualitativa è inscindibile dalla liberazione dei concetti che non sono in funzione dell'Amore. Alcuni si occupano di spiritualità e cambiano i concetti ordinari con idee spirituali, ma l'individualizzazione vera esige l'applicazione pratica di questi concetti nella pratica vita quotidiana, questo significa anche superare i condizionamenti concettuali familiari e collettivi. Pochi riescono integralmente in ciò,  ecco perché molti continuano a occuparsi di spiritualità senza però maturare spiritualmente. Maturare spiritualmente fa maturare la chiarezza che è necessario trascendere i legami familiari, e a volte anche interrompere i rapporti. La ricerca delle verità è più importante del mantenimento delle falsità familiari. www.andreapangos.it


Affinché la famiglia diventi un ambito di maturazione spirituale, deve liberarsi dal culto della sofferenza e adottare soluzioni in funzione della Felicità.


    La famiglia in sé, nella attuale concezione e ordinarietà, può essere un impedimento per la crescita spirituale delle persone coinvolte?
    La società è composta da famiglie, la società è molto malata. Il nesso è molto chiaro. Affinché la famiglia diventi un ambito di maturazione spirituale, deve liberarsi dal culto della sofferenza e adottare soluzioni in funzione della Felicità. www.andreapangos.it

L’Amore non ha eguali perché è unico. I genitori possono Amare i figli nella misura in cui Amano.


 Secondo alcuni l’Amore verso i figli non ha eguali. 
    L’Amore non ha eguali perché è unico. I genitori possono Amare i figli nella misura in cui Amano. Rarissimi amano e rari tra coloro che amano hanno figli, perché gran parte di coloro che fanno un percorso di ricerca spirituale, che porta ad amare, non hanno figli. Questo non significa che avere figli sia necessariamente un ostacolo per la ricerca spirituale, anzi. 
  Anzi? Perché secondo alcuni concetti spirituali il “vero” ricercatore spirituale rinunciando alla sessualità si nega anche la procreazione...
    L’idea che i genitori Amano i figli è una leggenda metropolitana. Se ci fosse Amore in famiglia, i conflitti e i problemi quasi non ci sarebbero. Ci sarebbe maturazione, creatività, salute, rispetto, armonia, e i figli sarebbero molto saggi. Ci sarebbe molto più tendere all’essere che all’apparire di quello che possiamo vedere oggi. 
    La mancanza di Amore è una carenza, una mancanza di salute, quindi una malattia. Il genitore malato non può aiutare i figli a crescere sani. Per farlo, dovrebbe guarirsi, conspevolizzandosi e proponendo una vita in funzione dell’Amore.  Chi non emana Amore può solo illudersi di Amare i figli, non si può Amare qualcuno senza Amare. Il fatto è che molti definiscono Amore ciò che non lo è e così si illudono di Amare. Saggiati i primi periodi di Amore, molti si sentono scioccati perché comprendono di non aver mai Amato prima. www.andreapangos.it

L'Amore dovrebbe essere il centro dell'educazione. Va considerato che l'Amore è equilibrio e non equilibrismo: se non c'è equilibrio non c'è Amore.


Spesso proprio i ricercatori spirituali cadono nella tentazione di guardare ai propri figli come ad esseri divini attualizzati  - poiché puri e di recente manifestazione - e non potenziali, quindi educabili con disciplina e regole inappuntabili…..Si può confondere cioè l'amore incondizionato con la mancanza di struttura - poiché identificata con i modelli rigidi del passato -  e, perdendo la propria centratura , trasformare paradossalmente i nuovi individui in ego-centrici…
  L'Amore dovrebbe essere il centro dell'educazione. Va considerato che l'Amore è equilibrio e non equilibrismo: se non c'è equilibrio non c'è Amore. La diminuzione parziale dello squilibrio può essere percepita come equilibrio, ma soltanto l'Amore lo è totalmente. Il voler bene che è spesso confuso con l'Amore obbliga a fare gli equilibristi. Il voler bene può portare a essere troppo rigidi e a circoscrivere eccessivamente l'agire altrui, oppure a essere troppo permissivi. I concetti sui bambini, e in generale chiaramente, andrebbero assorbiti con discernimento, non passivamente. Secondo alcuni i bambini sono il più bel regalo di Dio all'umanità. A parte il fatto che Dio non fa regali, i bambini sono il più bel regalo per l'umanità quando si tratta di un Buddha o di un Nikola Tesla, ma lo stesso non si può certo dire per Hitler e Stalin. Ogni essere umano è portatore del Divino Amore, ma soltanto un'educazione basata sull'Amore, che implica un educatore che Ama costantemente, sono indirizzati verso una vita divina.  Non bisognerebbe perdersi nei concetti sull'educazione, che sono spesso contraddittori tra le varie correnti educative. Ci si dovrebbe focalizzare sulla maturazione della capacità di amare e chiedersi: cosa devo fare perché i figli maturino nell'armonia chiamata amore? www.andreapangos.it


L’Amore è il maestro primo e l’insegnamento ultimo, lo scopo senza scopo, superiore a ogni fine.


 Come vedi l'educazione illuminante nella famiglia, nel rapporto della coppia genitoriale e verso i figli?
    È di fondamentale importanza. L’Amore è il maestro primo e l’insegnamento ultimo, lo scopo senza scopo, superiore a ogni fine.
    In che modo, un ricercatore spirituale che intende Illuminarsi, deve guardare i "propri" figli?
    Ciò che percepiamo come "altri" sono nostre proiezioni. Il modo in cui vediamo gli altri è un riflesso della qualità esperienziale che prevale in noi un quel momento. Più un genitore è vicino ad Amare, più vedrà i figli nella luce dell’Amore e meglio potrà comprenderli, educarli. Educare andrebbe inteso anche come "tirare fuori", aiutare l’altro a scoprire la conoscenza che è in lui. E la Conoscenza fondamentale è l’Amore, senza la quale non ci potrebbe essere alcun concetto, insegnamento. L’educazione inoltre andrebbe intesa come disciplinare per favorire le potenzialità positive. www.andreapangos.it

Molti percorsi spirituali favoriscono un’effettiva realizzazione spirituale, senza però dare sufficiente importanza alla realizzazione dei talenti e questo è un modo di impedire alla nostra divinità di esprimersi integralmente.


 Di fatto, spesso, con l'intento di maturare spiritualmente le persone trascurano esattamente la propria personale espressività, credendo di dover trascurare talenti, relazioni, addirittura professioni e nazioni per liberarsi da qualsiasi connessione con la realtà, in quanto  irreale…..
    Maturare spiritualmente non significa negare le proprie potenzialità positive, ma significa implicitamente maturarle. Molti percorsi spirituali favoriscono un’effettiva realizzazione spirituale, senza però dare sufficiente importanza alla realizzazione dei talenti e questo è un modo di impedire alla nostra divinità di esprimersi integralmente. 
La realizzazione spirituale può passare anche attraverso la realizzazione nella società, purché non ci sia attaccamento alle azioni e ai frutti delle azioni. Rinunciare a se stessi significa liberarsi di quelle parti di noi che impediscono la Realizzazione, molti però si confondono e negano se stessi e le proprie capacità positive. Si tratta di una forma di autodistruzione antitetica alla maturazione spirituale, la quale è integrazione dell’esserci, non parzializzazione. Rinunciare al mondo significa rinunciare alla sofferenza che deriva dal reagire al mondo come se fosse Reale, mentre il mondo esiste soltanto come illusione, proiezione. Rinunciare definitivamente alla sofferenza significa essere costantemente Beati, anche perché consapevoli dell’illusorietà di ogni esperienza , persino della Beatitudine stessa.  www.andreapangos.it

Le potenzialità dell’esserci sono immense, è interessante rendersi esperimento di se stessi.


Dunque nel sistema educativo personale, familiare, nella gestione dei rapporti in genere….sarebbe necessario incentivare gli aspetti creativi al fine di realizzare compiutamente tutti i nostri potenziali e  avere reale accesso al raggiungimento dello stato di illuminazione come tu lo intendi? Realizzazione, appunto integrale?

    Le potenzialità dell’esserci sono immense, è interessante rendersi esperimento di se stessi, senza attaccamento al raggiungimento di alcun risultato. Più siamo realizzati, meno siamo frustrati. Meno siamo frustrati, più siamo Felici. Più siamo Felici, più siamo Realizzati, Illuminati. Più siamo Illuminati, più automaticamente aiutiamo gli altri.   www.andreapangos.it

La creatività può essere un processo profondamente consapevolizzante


Nel tuo sistema di insegnamento è previsto un corso specifico per lo sviluppo o l'incremento personale nell'arte e nei talenti. Come mai ritieni di dover porre attenzione a questo campo specifico?
La creatività può essere un processo profondamente consapevolizzante. Il lasciarsi andare all’atto creativo fa emergere lo stato meditativo in cui scompare l’esperienza di separazione tra artista e opera, cioè tra soggetto e oggetto. Il bisogno di aumentare le capacità creative è un fenomeno molto sentito, così ho deciso di sviluppare una serie di meditazioni per maturare le capacità creative anche tramite lo sviluppo dello stato di flow, lo sviluppo delle intelligenze multiple, la maturazione della beatitudine creativa e della capacità di produrre Eccellenza. 
  L’integrazione dell’esserci, cioè la maturazione spirituale, è anche liberazione dalla meccanicità, la quale è quasi l’opposto della creatività. 
    I talenti fanno parte del nostro bagaglio genetico, realizzandoli favoriamo il processo di individualizzazione. Il talento primario è l’Amore, anche perché è la pura Conoscenza in essere, senza la quale non c’è alcun sapere intellettuale. Inoltre, tutti i talenti sono esperienze e l’Amore è l’esperienza primaria, senza la quale non ci può essere alcun talento percepito, espresso spazialmente. www.andreapangos.it


domenica 27 novembre 2011

Realizzandosi, l’individuo diventa una prova lucente dell’Esistenza chiamata Dio.


Il Testimone Assoluto è Dio Immanifesto, l’Origine - Reale Identità. 
Dal Testimone Assoluto traggono espressione i testimoni individuali: gli individui, le vite individuali.
Il Testimone Assoluto non percepisce, non osserva. Eterno, rende però possibile ogni testimone individuale e il suo percepire, osservare.  
In quanto Origine del testimone individuale, il Testimone Assoluto lo precede. Non in termini di tempospazio, ma perché da Lui spunta il tempospazio di ogni individuo. 
Precedendola, il Testimone Assoluto testimonia Testimonia l’intera manifestazione e quindi ogni individuo.
Il Testimone Assoluto è il Senza tempo Eternamente esistente.
Il testimone individuale è, invece, temporale. Ha durata, contiene il presente ed è anche il presente stesso. È portatore del proprio tempospazio, che sparisce con la sua fine: il principio individuo perdura manifestandosi in forma di ogni individuo, come singola espressione permane però una vita soltanto, che lui stesso è, dal concepimento alla morte.
Consapevolizzandosi, l’individuo può divenire consapevole del Testimone Assoluto e diventare così prova a se stesso che Dio Immanifesto è l’unica Realtà ed è la Reale Identità, il Sé Reale.
Realizzandosi, l’individuo diventa una prova lucente dell’Esistenza chiamata Dio. (Brano tratto da un artcolo che sto (ri)scrivendo). www.andreapangos.it



venerdì 25 novembre 2011

Affermare la verità il tempo e lo spazio sono in me, può sembrare irrazionale. Invece, è irragionevole affermare mi trovo nel tempo e nello spazio.


Testimoniare il tempo-spazio
Affermare la verità il tempo e lo spazio sono in me, può sembrare irrazionale. Invece, è irragionevole affermare mi trovo nel tempo e nello spazio, che è un’affermazione basata sull’errata identificazione con il corpo. La logica comune è molto spesso irrazionale, ma sembra razionalità perché esprime credenze comuni assimilate in modo dogmatico, nate dal non aver riflettuto sufficientemente a fondo sulla loro “veridicità”. 
Ogni individuo testimonia il proprio tempospazio, perché appare sempre in lui, e osservando in modo illuminante può maturare la certezza:
- che come Assoluto Si è l’Origine del tempo e dello spazio. 
- che siccome il tempo e lo spazio sono percepiti dal campo esperienziale, che è in noi individuo:
• non ci troviamo nel tempo-spazio, che, invece, è in noi individuo; 
• come individui siamo anche il tempo-spazio;
• che il tempo-spazio è individuale, nel senso che ogni individuo ha il proprio tempo-spazio, che viene a essere con il concepimento e scompare definitivamente con la morte. Non si viene al mondo, è il nostro mondo a venire ad essere con noi nel momento della fecondazione, la quale è un “vero e proprio” Big Bang: l’inizio di un nuovo universo individuale. Maturare la conoscenza riguardo al proprio universo individuale fa crollare le credenze e i convincimenti basati sulle false convinzioni: che c’è un unico universo in cui vivono tutti, che tutti percepiscono lo stesso universo e che questo universo esiste anche senza il conoscitore.
L’attimo del concepimento, che avviene nel tempo-spazio dei genitori, fa parte dell’avviamento di processi che permettono l’espressione di nuove vibrazioni (di un nuovo individuo) e quindi di un nuovo tempo-spazio (quello del neoconcepito), come manifestazione dell’Assoluto.  
Tutte le vibrazioni ed energie dell’individuo, quindi anche tutto il suo tempo-spazio e i cosiddetti corpi sottili, iniziano a formarsi con il suo concepimento. Ciò (l’Assoluto) che Precede l’individuo non è vibratorio. È proprio il concepimento a stimolare l’espressione di un’entità vibratoria (individuo) da uno stato non vibratorio (Assoluto).

Osservare consapevolmente le emozioni e i pensieri


Testimoniando qualitativamente le proprie emozioni e idee si consapevolizzano e si riduce  l’inseguirle e subirle. 
Il testimoniare di massima qualità è il Vuoto mentale, che è Amore testimoniante la propria presenza nell’intero campo della consapevolezza.  
Nel senso stretto del fenomeno, il Vuoto mentale è senza pensieri e senza emozioni: c’è solamente Amore. Nel senso ampio del fenomeno, invece, ci possono essere anche pensieri ed emozioni. In quest’ultimo caso: 
- le emozioni (gioia, compassione, coinvolgimento positivo...) sono testimoniate con qualità. Si osserva quietamente la loro formazione, durata e fine, nonché l’intervallo tra l’emozione appena finita e quella che andrà a manifestarsi;  
- le vibrazioni dei pensieri sono in armonia con la vibrazione dell’Amore e si può osservare, con piena chiarezza, l’intervallo tra i pensieri e come questi si formano, durano e scompaiono, praticamente senza turbare il Vuoto. Durante l’intermezzo tra la cessazione di un pensiero e la comparsa di un altro, si sperimenta la pura Conoscenza di esserci esente da pensieri. Si può così maturare la certezza che lo suo stato esperienziale primario è senza pensieri e che quindi esistiamo a prescindere dal pensiero. Questo diminuisce la dipendenza dal pensiero caratteristica per l’individuo poco consapevole, che associa spesso l’esserci alla presenza di pensieri. Penso dunque sono è un’affermazione veritiera, perché senza l’esperienza di esserci non ci possono essere pensieri, ma:
- l’esperienza di esserci c’è anche senza pensieri, esiste a prescindere dall’attività intellettiva; 
- l’individuo c’è anche durante il sonno profondo (durante il quale l’esserci è silente) e l’Estinzione (durante la Quale l’esserci cessa temporaneamente).  
• Inoltre:
o il puro esserci (Amore) implica l’assenza di pensieri, e
o come Assoluto si precede se stessi individuo e quindi il proprio esserci.
La testimonianza illuminante delle emozioni e dei pensieri può essere fatta durante:
- la meditazione dinamica
, quando si osservano durante le attività quotidiane, 
- il sonno consapevole, che può essere stimolato con la richiesta, da fare prima di addormentarsi: Mi apro a consapevolizzare le emozioni e i pensieri durante il sonno.




Durante il Vuoto mentale, il corpo è sperimentato come sottile forma irReale che appare nell’Amore.


Testimoniare il corpo fisico significa osservare l’esperienza definita corpo avvenire in noi stessi. Questo testimoniare è:
- ingannevole, quando il corpo è percepito come (se fosse) reale e si pensa che il corpo sia  il sé reale: io sono (soltanto) il corpo, oppure in realtà, sono il corpo;
- veritiero, quando c’è la consapevolezza che il corpo:
• è un aspetto irReale di se stessi individuo, quindi dell’esprimersi di Se Stessi Assoluto; 
• appare in noi stessi, nel nostro campo esperienziale; 
• non è veramente separato da ciò che in genere è sperimentato e definito come mondo esterno.
Testimoniare il corpo fisico è spesso definito come osservare se stessi, ma questa espressione andrebbe intesa come: io individuo osservo un aspetto di me individui, un segmento dell’espressione di Me Assoluto. Se invece è inteso come: sto osservando me stesso, perché io sono (soltanto) il corpo fisico, allora è un ostacolo per la consapevolizzazione, perché potenzia l’abbaglio che il corpo sia il sé reale.
Alcune delle funzioni della testimoniare in modo consapevolizzante il corpo fisico sono: 
- eliminare i meccanismi comportamentali nocivi, i modelli di reazione ostacolanti l’Amore;  
- aiutare la disidentificazione dal corpo fisico, senza però rigettarlo come qualcosa di negativo, attraverso la comprensione che va utilizzato in funzione della Realizzazione Integrale;
- consapevolizzare come l’esperienza chiamata corpo fisico appare con l’attività sensoriale e scompare con la sua cessazione;
- maturare la capacità di concentrarsi;
- trasformare la negazione del corpo fisico (io non sono il corpo fisico, che è un peso per me), in accettazione consapevolizzante del corpo (il corpo è un aspetto di me individuo e un segmento dell’espressione di Me Assoluto);
- integrare i processi emotivi e intellettivi con quelli fisici, il che permette un maggior radicamento (che non è attaccamento) nella materia. 
Durante il Vuoto mentale, il corpo è sperimentato come sottile forma irReale che appare nell’Amore. 

Per facilitare la maturazione della testimonianza del corpo fisico possono essere utilizzate le seguenti richieste:
- Chiedo la rimozione degli ostacoli per testimoniare il corpo fisico.
- Mi apro a consapevolizzare il corpo fisico in me.
  • Sono aperto/aperta a maturare la capacità di osservare l’esperienza chiamata corpo fisico. 
  • Chiedo l’eliminazione dell’attaccamento all’esperienza corpo.  
- Abbandono all’Origine l’esperienza corpo fisico.
- Mi apro a consapevolizzare le vibrazioni corporee.





Qual è la differenza tra l'essere nel "qui e ora" e andare oltre questa realizzazione maturando quello che tu definisci l'essere Origine?

 Qual è la differenza tra l'essere nel "qui e ora" e andare oltre questa realizzazione maturando quello che tu definisci l'essere Origine?
    L’essere Origine non può essere maturato. L’Origine, Dio Immanifesto, non è soggetto a maturazione. Soltanto l’individuo matura e maturando profondamente può giungere alla certezza illuminata dall’Amore, che esiste l’Origine e che non è sperimentabile. Può così maturare la conoscenza che Dio immanifesto è l’Identità Reale, ciò che si è in Realtà, non in Verità. In relazione all’Origine è preferibile usare il verbo sussistere, invece del verbo essere, che è relativo alla manifestazione, caratterizzata anche dall’esperienza di esserci, sconosciuta all’Origine. 
    Il trascendimento della Presenza integrale ora o qua è l’Estinzione, quando si dissolve la stessa presenza integrale e non permane alcuna esperienza.
    Non si può essere nel qui e ora. Il concetto dell’essere nel qui e ora, ma anche di essere ora e qua è un’idea viziata dall’abbaglio che vi sia un soggetto particolare che vive la vita e che ci troviamo nel tempo-spazio. Identificandoci con il corpo, le emozioni e i pensieri, quando si sente di essere qui e ora, si può pensare di essere dentro l’ora qua, dentro il presente. La verità è, invece, che il tempo è in noi, è un’esperienza che il nostro campo esperienziale produce e sperimenta. Non possiamo quindi essere ora e qua, ma l’ora e qua avviene sempre in noi. La Presenza integrale ora-qua vera e propria implica la consapevolezza silente che il tempo-spazio avviene in noi.
    L’esperienza di esserci, che avviene in noi vita individuale, esiste a prescindere dall’attività sensoriale, ma esige comunque il tempo-spazio, anche se soltanto, diciamo così, come punto esperienziale minimo. Poi, l’attivazione dell’attività sensoriale produce nella percezione le forme-esperienze che formano il mondo, più precisamente l’esperienza chiamata mondo. Tra queste forme percettive c’è anche l’esperienza chiamata corpo. È vero che il mondo appare nello spazio e che il corpo appare nel mondo, ma la comparsa dell’esperienza corpo e dell’esperienza mondo è contemporanea all’attivazione dell’attività sensoriale, che a sua volta si basa sull’esperienza di esserci in cui il tempo-spazio è sempre presente e a sua volta rende possibile la stessa esperienza di esserci. Riassumendo: il corpo appare nel mondo, che a sua volta appare nello spazio, che è una nostra esperienza; dunque le esperienze spazio, mondo e corpo non possono essere che in noi.  
    La percezione è sempre interiore, affermare che il mondo percepito è esteriore significa asserire che la percezione è esteriore a noi stessi che stiamo percependo. L’idea che il mondo percepito sia veramente esteriore è contro ogni logica, anche se affermare il contrario, cioè che il mondo percepito è in noi, può sembrare irrazionale. Il fatto è che molte convinzioni sembrano razionali solamente perché basate sull’idea irrazionale che noi siamo il corpo che percepiamo. Inoltre la nostra modalità di percepire attraverso le funzioni sensoriali delimita in modo fuorviante il “dentro” e il “fuori” di noi. Invece, ciò che percepiamo come nostro corpo, e che per molti è il parametro basilare per definire il proprio sé, è un’esperienza che avviene in noi stessi. La capacità di produrre esperienze implica la vita e quindi il corpo,  ma la convinzione di essere solamente il corpo che si trova nel tempo-spazio è falsa. E la maggioranza dei concetti si basa proprio su questo assunto falso. Come potrebbe essere veritiera una vita basata su false convinzioni?! Un concetto più sano è: come individuo sono anche il corpo, che però è un espressione del Sé Reale; in Realtà sono l’Origine del corpo. L’identificazione con il corpo produce molte paure, che impediscono di Amare e la mancanza di Amore è il problema primario dell’umanità.    
    Riguardo al tempo-spazio, non c’è nemmeno il qui unito all’ora, nel senso che c’è soltanto il qui ovvero solo il qua, l’uno include l’altro. Il tempo e lo spazio sono esperienze che avvengono in noi, sono inscindibili e durante la Presenza integrale sono, per così dire, unidimensionali: non c’è esperienza di scorrere del tempo dal passato verso il futuro e lo spazio è compattato, viene sperimentato come blocco unico, quasi come senza suddivisione in altezza, larghezza e profondità. Questo perché non c’è esperienza di separazione tra conoscitore e conosciuto. Nel caso di Presenza integrale massima non c’è nemmeno diversità esperienziale tra conoscitore e conosciuto. C’è la pura conoscenza in essere, che è un altro modo di definire la pura Presenza integrale qua.
    In un certo senso si può affermare che il tempo e lo spazio sono la stessa cosa, nel senso che si tratta di un’esperienza descritta in due modi. Il tempo è sempre soltanto il presente che è anche l’unico ambito in cui possono apparire le tre dimensioni spaziali. Il tempo non invecchia e non passa mai, è lo spazio che assume forme diverse e questo cambiamento porta al cosiddetto passare del tempo. Il presente può essere della massima qualità esperienziale, cioè sperimentato integralmente come Amore, oppure di bassa qualità, quando c'è sofferenza. www.andreapangos.it

    

L’evoluzione è ciò che l’uomo è. La maturazione porta, invece, a ciò che l’uomo potrebbe essere e, guardando dalla prospettiva collettiva e nel lunghissimo periodo, sarà.


    Cos'è l'evoluzione?
  L’evoluzione è ciò che l’uomo è. La maturazione porta, invece, a ciò che l’uomo potrebbe essere e, guardando dalla prospettiva collettiva e nel lunghissimo periodo, sarà. L’evoluzione è meccanica, è l’esprimersi dall’Origine. La maturazione inizia dal volgersi verso l’Origine. L’evoluzione ha portato all’uomo ordinario, la maturazione rende l’uomo Divino, facendo superare la differenziazione tra umano e Divino. www.andreapangos.it

Uno dei più grandi limiti della spiritualità intesa nel senso ordinario del termine è l’idea che la spiritualità debba limitare la vita, esigendo la rinuncia.


La Realizzazione Integrale è una particolare modalità di esprimere Dio manifesto, o è la vera conseguente e necessaria investigazione dell'uomo che esprime Dio nella totalità della manifestazione?
    La maturazione spirituale di questa mente si è svolta tramite la vita di città, non in un ashram o in un monastero, quindi ha dovuto maturare il nesso tra la spiritualità e la pratica vita cittadina, per rendere spiritualità ogni aspetto della quotidianità. E poi, questa natura tende a essere molto concreta e aperta a sfide evolutive che lei stessa continua a creare.
  È parte del continuo processo di Realizzazione Integrale il rendere se stessi esperimento in cui la Beatitudine produce parametri espressivi sempre più qualitativi. Generalizzando e semplificando, si può dire che la ricerca spirituale ordinaria ha lo scopo primario di neutralizzare gli ostacoli all’Illuminazione, mentre il percorso di Realizzazione integrale è più propositivo ed è più adatto a chi non intende rinunciare alla vita sociale. Oltre a stimolare l’autoconoscenza, favorisce una maggiore qualità nell’esprimerla nei vari aspetti della vita, migliorando il relazionarsi e la realizzazione dei propri progetti creativi e ambizioni positive.  In questo modo, i vari campi della vita diventano maestri sempre più qualitativi sia per il ricercatore che per chi interagisce con lui. L’umanità intera si relaziona costantemente con se stessa: tendere a Realizzarsi Integralmente influisce positivamente sui processi collettivi, indicando un modello di spiritualità espandente, non limitante. Uno dei più grandi limiti della spiritualità intesa nel senso ordinario del termine è l’idea che la spiritualità debba limitare la vita, esigendo la rinuncia. Al contrario la spiritualità espande la vita, poiché l’unica vera rinuncia è rinunciare alla sofferenza. www.andreapangos.it

Tu hai già definito l’Illuminazione come un punto di partenza: rispetto a quale altra evoluzione possibile?


 Qualcuno si illumina?
  Si Illumina la vita, che inizia con il concepimento e termina con la morte. La vita si Illumina definitivamente quando inizia a produrre costantemente Amore come esperienza fondamentale della propria esistenza. Alla base del nostro esserci l’Amore è costante, Illuminarsi significa renderlo costantemente presente nell’intero esserci, cioè nell'intero campo esperienziale.
    Alcuni affermano che non c'è chi si illumina. Questo è in parte vero, ma si tratta di una spiegazione parziale. È vero che l'amore non si illumina. L'Amore è l'esperienza illuminata stessa, ma l'Illuminazione consiste, come ho detto, nel rendere Amore ogni esperienza. La liberazione dalla sofferenza è il percorso verso l'Illuminazione, l'Amore è senza sofferenza.
    Tu hai già definito l’Illuminazione come un punto di partenza: rispetto a quale altra evoluzione possibile?
    L’Illuminazione è la guarigione, l’inizio della possibilità di esprimere il proprio potenziale senza l’handicap di emozioni e idee superflue, per manifestare sempre più qualitativamente il potenziale dell’Amore, divenuto costante. L’Illuminazione apre le porte a una Realizzazione sempre più integrale e all’Eccellenza. www.andreapangos.it

   

Com'è lo stato di Illuminazione?


 Com'è lo stato di Illuminazione?
  Rieccoci a parlare di alternanza. L'Amore è l'esperienza Illuminata e pertanto illuminante. Uno stato ancora più profondo dell'Amore è l'Estinzione, quando l'Amore è, diciamo così, talmente assorbito in se stesso, da scomparire. Non perché si manifestano esperienze diverse dall'Amore, ma perché con l'Estinzione scompare ogni esperienza e l'Amore è l'esperienza primaria, la pura esperienza di esserci. In questo senso l'Illuminazione può  essere definita come Amore oppure come Amore alternato all’Estinzione. Se questi stati sono temporanei, si tratta di scintille o periodi di Illuminazione, mentre quando l'alternanza tra l'Amore e l'Estinzione è costante, l'Illuminazione è definitiva. www.andreapangos.it


La teoria della reincarnazione è molto utile per chi vuole mantenere vivo l'abbaglio della continuazione dell'io individuale, o ancora peggio dell’io immaginario.


Perché allora questo assurdo teatro di insegnamenti, tradizioni e rituali basati su un clamoroso abbaglio, mistificato e mitizzato, ma fortemente radicato e attivo nella coscienza collettiva e nella vita dei singoli individui? Perché un condizionamento così errato, basato su falsi concetti di Karma e reincarnazione, avrebbe snaturato la ricerca spirituale? 
    Rari sono andati alla ricerca delle verità più profonde. L'Illuminazione implica l'Amore, che è la Verità esperienziale, ma non la comprensione intellettiva di tutti i processi esistenziali. Il discernimento intellettuale esige un ulteriore lavoro di ricerca e per essere qualitativo anch'esso esige l'Amore.
    La teoria della reincarnazione è molto utile per chi vuole mantenere vivo l'abbaglio della continuazione dell'io individuale, o ancora peggio dell’io immaginario. Questa teoria permette anche di mascherare la scarsità di alcuni insegnamenti, che non permettendo una consapevolizzazione qualitativa, per celare le proprie lacune si appoggiano al concetto che ci vogliono molte vite per illuminarsi. Così facendo stimolano la speranza della continuazione dell'io individuale e creano attaccamento all'io, il che è chiaramente un limite per l’autoconoscenza. La teoria della reincarnazione può essere usata anche come palliativo per superare la paura della morte, ma questo può essere un ostacolo per la scoperta che in Realtà non possiamo morire, perché in Realtà non siamo mai nati. Alcuni trovano rifugio nella teoria sulla reincarnazione per lenire la loro frustrazione, per dare un senso alla propria sofferenza e non realizzazione e per sperare in vite future mi maggior qualità. Questo non è certo un atteggiamento consapevolizzante, cioè spirituale: la spiritualità vera porta Destarsi non ad anestetizzarsi con concetti spirituali.     
    Anche se, ipoteticamente, ci fossero vite future e passate, ci si dovrebbe comunque concentrare sul presente e sul raggiungimento della Felicità e dell'Illuminazione il più velocemente possibile. L'Amore è Presenza integrale ora-qua. E poi, la continuità dell’Io esiste veramente ed è oltre la continuità: l’Io Reale è l’Origine del principio di continuità stesso.www.andreapangos.it


Qual è il rapporto tra Karma e libero arbitrio?


Esiste, allora, il concetto di debito karmico?
  Il concetto di debito karmico sì, il debito karmico vero e proprio no. Se proprio si vuole utilizzare il concetto di debito karmico, visto che questo concetto esiste, è bene interpretarlo come peso dell'ignoranza collettiva sul singolo e quindi sulla collettività stessa. È una specie di peccato originale, cioè un'insieme di processi negativi prodotti dalla collettività che impediscono lo stato Divino, cioè l'Amore alternato all'Estinzione. Questo è comunque solo un modo di definire ciò ce non c’è. Il Karma non conosce dualità e quindi non conosce né debiti né crediti.  

Cos'altro sulla coppia karmica nonché all'astrologia relativa…
   L'astrologia riguarda il tempo-spazio e quindi definisce l'esprimersi di alcuni processi del Karma attraverso il tempo e lo spazio. Il Karma non si può illustrare perché è senza tempo.
    Sul piano astrologico alcuni individui hanno grandi affinità e potrebbero essere considerati una coppia Karmica, nel senso che i processi onnicomprensivi, di cui il Karma è quello fondamentale, hanno prodotto due vite individuali con molte affinità. Quando si associa il concetto di coppia Karmica a presunte vite precedenti condivise si cade in un sogno dai connotati spirituali. O meglio, non si cade nel sogno, lo si diversifica. Per cadere nel sogno bisogna essere svegli e chi è Desto non sogna, tanto meno coadiuvato dal concetto di coppia Karmica. 

    Qual è il rapporto tra Karma e libero arbitrio?

    Ogni pensiero fa parte dell'esprimersi del Karma, perché ogni individuo è un'espressione del Karma stesso. Il Karma è senza pensiero, mentre il libero arbitrio è un pensiero relativo alla presunta libertà di scelta.  L’individuo non ha un Karma, ma è una manifestazione del Karma. Si può dire che l’individuo è un singolo destino espressione del Karma, cioè della Coscienza Originale. www.andreapangos.it



Cos'è dunque il karma? Individuale o collettivo che sia…


Cos'è dunque il karma? Individuale o collettivo che sia…
    Il Karma è l'azione ovvero l'agente. L'agente vero è la Coscienza Originale, di cui l’individuo e tutte le dinamiche spaziotemprali sono espressioni. Non bisogna illudersi che l'individuo o addirittura il corpo sia l'agente vero, altrimenti si rischia di stravolgere la verità riguardo il Karma.  
    Il Karma non è esperienziale né individuale e non conosce dualità, positivo-negativo, bene-male. In quanto Coscienza Originale, il karma non è neanche collettivo. Piuttosto, la collettività è un'espressione del Karma, il quale non conosce differenziazione, molteplicità. 

    E qual'è dunque, se c'è, il rapporto tra Karma e sofferenza o le malattie soprattutto con quelle che si manifestano come gravi menomazioni dalla nascita…le morti premature, etc.
   Le malattie e la sofferenza sono conseguenza dello stato di malattia in cui ha versato e versa l'umanità. Più l'umanità sarà caratterizzata dall'Amore meno sofferenza e malattie ci saranno.
    Il mondo in cui regnerà l'Amore sarà salutare e praticamente privo di sofferenza. Le gravi menomazioni dalla nascita, le morti premature, sono da attribuirsi sostanzialmente ai danni causati al patrimonio genetico umano da millenni di emozioni, idee e fenomeni negativi prodotti primariamente dall'uomo.     Le cause delle disgrazie individuali che hai elencato non andrebbero attribuite a presunte vite precedenti o a particolari scelte dell'anima incarnata fatte prima di incarnarsi. Come ho già spiegato, prima dell’inizio dell’incarnazione, cioè del concepimento, non c’è alcun individuo o anima individuale. Inoltre, la scelta o presunta tale esige il pensiero e quindi il tempo, che a sua volta esige l’individuo e la sua esperienza chiamata tempo. 
    Immaginando l'esistenza di un piano Divino si potrebbe pensare che debba esserci una specie di legge di compensazione, ma non esiste nessun piano Divino. Se il piano Divino prevedesse veramente delle punizioni, come asseriscono alcuni, Dio sarebbe cattivo e talvolta sadico. Molto di ciò che accade nel mondo può sembrare ingiusto, invece è perfettamente giusto nel senso che è il risultato ineluttabile di determinate condizioni. La giustizia Divina è soltanto un concetto. Per Dio, inteso sia come Origine sia come Amore, il mondo è privo di valore. Ogni valore è un'insieme di pensieri e l'Assoluto e l'Amore non pensano. 
    Se l’uomo desidera un mondo migliore, ed è positivo che lo desideri, deve aprirsi alla propria missione la quale consiste sostanzialmente nel maturare il maggior grado di consapevolezza possibile, nel realizzare i propri talenti e nel condividere questa ricchezza con gli altri. www.andreapangos.it