giovedì 24 novembre 2011

E che cosa ne è della Coscienza dei Maestri Ascesi dopo la morte?


 E che cosa ne è della Coscienza dei Maestri Ascesi, degli Avatar a cui gli individui in carne ed ossa continuano a rivolgersi come modelli e con le preghiere?
    Con la morte scompare la consapevolezza di esserci, che è inscindibile dalla vita e può essere definita anche coscienza individuale o coscienza di sé. Rimane la Coscienza Originale, che però non è individuale e non ha coscienza di sé intesa come esperienza di esserci.
    I processi che i Maestri avevano avviato nella Coscienza Originale quando erano vivi, permangono come processi della Coscienza stessa e si manifestano in modo accentuato come energie nell'individuo che si rivolge a loro. La forma energetica percepibile necessita del tempo e dello spazio, che esistono soltanto durante la vita.
  Siccome dopo la morte non c'è più consapevolezza di esserci, né Buddha né Gesù né altri sentono le richieste di chi si rivolge loro, anche perché non esistono più come Buddha o Gesù. Le preghiere, le meditazioni e i pensieri rivolti loro, anche solo leggendo le loro parole, attivano comunque una reazione automatica dei processi relativi a loro alla base dell’esserci e nell'ambito della Coscienza Originale e questo produce cambiamenti spaziotemporali benefici per l'individuo.   
    Non si tratta comunque di acquisizione di conoscenza dall'esterno o di un aiuto esterno, ma di una conoscenza e di un aiuto interiore che emergono in chi si rivolge al Maestro. 
  Sarebbe utile liberarsi dal concetto di Maestro asceso, altrimenti ci si può illudere che il Maestro sia asceso da qualche parte, mentre non è asceso da nessuna parte. Ha semplicemente cessato di esistere come individuo e con questo ha cessato di esserci anche il suo spaziotempo, che era prodotto dal Maestro in questione. Scomparso il tempospazio, non c'è chi possa ascendere o scendere.  www.andreapangos.it


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