lunedì 29 aprile 2013

Amore, Uguaglianza, Solidarietà


Amore, Uguaglianza, Solidarietà

La vera uguaglianza si realizza attraverso i cuori, è l’Uguaglianza chiamata Amore, da maturare scoprendo il Cuore. Le iniquità esteriori sono proiezioni delle diseguaglianze interiori, perché le esperienze sono dissimili dall’Amore. Esperianzialmente parlando, la società sana si basa su emozioni positive e soprattutto sulla Felicità, esperienza senza emozioni, base indispensabile per la Compassione.

L’esortazione Ama il prossimo come te stesso non può essere realizzata forzatamente: possiamo sforzarci a tendere ad Amare, ma l’Amore è senza sforzo. Chiariamoci i concetti sull’Amore, chiediamoci cosa dobbiamo fare per Amare, maturiamo la capacità di Amare!

Più siamo vicini all’Amore, meno ci chiediamo dell’eguaglianza, perché sempre più prossimi a EsserLa. Avvicinandoci all’Amore, i conflitti e la separazione cedono il posto alla Pace e alla Solidarietà: spontaneamente, come spontaneo è l’Amore.

L’Amore è il Segreto, Amare è la Soluzione. Amare tanto e pensare il giusto, consapevolmente. Finché rimaniamo al pensiero non consapevole, per quanto propositivo possa essere, siamo destinati a diffondere diseguaglianza da Se Stessi Amore. Sofferenza!

Cosa (non) è l'Amore - liberarsi dalle idee sbagliate sull'Amore


Brano tratto dal libro: Rapporto di coppia consapevole (che sto preparado e pubblicherò prossimamente: o in forma di vari articoli o come PDF).

L’importanza di idee giuste sull’Amore
La qualità della ricerca dipende anche dalla qualità dei concetti su ciò che stiamo cercando, meglio sappiamo cosa cerchiamo migliori possono essere i modi della ricerca.  Le idee sbagliate su ciò che cerchiamo indirizzano necessariamente sulla strada sbagliata. Più le idee sull’Amore sono veritiere, maggiori sono le possibilità di trovarlo, realizzarlo. D’altro canto, le idee sbagliate sull’Amore sono cause importanti dei problemi nei rapporti di coppia e in generale. Per esempio, solo sapere che l’Amore esclude la sofferenza, risparmierebbe molto patimento a tanti.

La ricerca dell’Amore e della Sua Origine è la ricerca primaria di ognuno. Consciamente o inconsciamente tutti cerchiamo l’Amore. Cercare l’Amore significa cercare Se Stessi, cercare la propria Integralità, l’Identità esperienziale. Eppure, le idee sull’Amore, e su come cercarlo, della maggioranza sono perlopiù sbagliate. I problemi nei rapporti e la sofferenza in generale, sono una prova molto chiara dell’ignoranza riguardo l’Amore, che, tra l’altro, è l’unica esperienza senza afflizione. Pertanto, poiché la ricerca dell’Amore è anche una specie di motore esperienziale primario, dovremmo chiarirci molto bene e a fondo le idee sull’Amore, per non sbagliare strada, ovvero per ritrovare la strada verso l’Amore. Essersi smarriti sulla strada verso l’Amore è il dramma primario, un problema da risolvere il prima possibile, per liberarci dal giogo della sofferenza e dell’ignoranza.

Dove ti stanno portando le idee sull’Amore, verso la sofferenza o la Felicità? Se non ti stai avvicinando alla Felicità è molto probabile che le tue idee sull’Amore siano sbagliate: nel loro significato più veritiero Amore e Felicità sono due parole che indicano lo stesso stato, la pura esperienza di esserci, nostra esperienza primaria. La Felicità è senza sofferenza, non si può Amare patendo. Il problema di molti è che associano l’Amore all’afflizione e così, consciamente o consciamente, tendono a realizzare l’irRealizzabile: Amare soffrendo. Affermare che si può soffrire Amando è come dire che possiamo essere sani in modo malato. Il rapporto di coppia composto da due individui malati, perché sofferenti, non può essere Sano, Felice. Per realizzare un rapporto di coppia sano dobbiamo guarire noi stessi, e per farlo dobbiamo iniziare a comportarci in modo sano. Liberarci dal delirio che possiamo Amare in modo sofferente è un ottimo modo per favorire la guarigione nostra e di coppia.

Le idee qualitative sull’Amore sono certamente meglio di quelle sbagliate, ma di per sé non bastano sé per liberarci dalla sofferenza. Per realizzare l’Amore  e un rapporto di coppia Felice, dobbiamo: tendere ad applicarle vivendo in modo sempre più consapevole, utilizzare un ottimo metodo consapevolizzante ed essere aperti all’aiuto di persone consapevoli, ancora meglio se si tratta di un Maestro di Consapevolezza con esperienze di vita di coppia.

La ricerca del rapporto di coppia è una ricerca dell’Amore, ma solo raramente  è veramente un percorso verso l’Amore. Il più delle volte la vita di coppia è caratterizzata dalla sofferenza, da un’afflizione molto più grande di quanto si pensa in generale, perché si è abituati a patire. Molti pensano di avere un rapporto d’Amore e di Amare, mentre hanno delle idee sbagliate sull’Amore e identificano la propria sofferenza con l’Amore. 

Cos’è e com’è l’Amore?
I concetti sull’Amore non sono di certo l’Amore: l’Amore è senza pensiero ed è l’esperienza totale, mentre i pensieri sono esperienze parziali. I termini appropriati sull’Amore possono però essere di enorme aiuto nella ricerca dell’Amore. Non si può Amare pensando, nemmeno pensando all’Amore, ma pensare all’Amore nel modo giusto avvicina all’Amore, mentre pensare troppo è uno degli ostacoli più grandi per Amare.

L’Amore è la pura esperienza di esserci, la nostra esperienza primaria. Ogni  nostra altra esperienza (emozione, pensiero, avvenimento, oggetto…) esiste grazie alla nostra esperienza primaria di esserci, che allo stato puro è Amore. L’Amore è  l’esperienza Vera dalla quale scaturisce l’esperienza rapporto, più siamo vicini ad Amare più possiamo rendere rendere vero il rapporto. 

L’Amore è il Sé esperienziale, Ciò che siamo in Verità: alla base della nostra esperienza di esserci siamo sempre Amore, in Verità non possiamo che Amare.   Voler Amare è cercare Ciò che Siamo prima di soffrire. L’Amore è senza sofferenza, cercare l’Amore è cercare la libertà dalla sofferenza. RitrovarSi Amore significa rispondersi direttamente, puramente e senza pensiero, alla domanda: Chi sono io?  Amare è non produrre esperienze diverse da Sé, Amare è essere Se Stessi, essere Autentici, EsserSi: Essere Amore.  Amare è ConoscerSi Amiamo nella misura in cui Conosciamo noi stessi: ci Conosciamo nella misura in cui siamo Amore. Conoscersi solo parzialmente impedisce di Amare e obbliga a voler bene o voler male. 

L’Amore è non è un’emozione, lo spettro emotivo inizia con la gioia e tutte le emozioni sono espressioni, più o meno qualitative, dell’Amore in quanto esperienza primaria. Le emozioni fanno parte dell’ambito del voler bene (emozioni positive) - voler male (emozioni negative). Uno dei maggiori errori che si possono fare riguardo l’Amore è attribuirgli valori emozionali, cioè porlo nell’ambito del voler bene-voler male. Così facendo si favoriscono comportamenti e idee fuorvianti, per esempio, caso classico, che la gelosia è un aspetto dell’Amore. Dal punto di vista dell’individualizzazione, che dovrebbe essere la prospettiva primaria, le emozioni sono positive nella misura in cui favoriscono l’autorealizzazione. Pertanto, più le nostre emozioni ci avvicinano ad Amare, meglio è per noi, ma anche per gli altri: più le esperienze sono vicine all’Amore meglio insegnano la vita, il miglior insegnamento per la vita è l’Amore. Le emozioni dovrebbero sorreggere la realizzazione dei desideri maturativi, non essere essere in funzione di desideri negativi e non dovrebbero essere oggetto di desiderio, tranne le emozioni positive, quali la gioia e l’entusiasmo.    

L’Amore è esperienza di Immensità: Libertà. Chi Ama non è libero: è la Libertà stessa, più precisamente non c’è chi Ama, se non l’Amore stesso, che è senza differenziazione in amante-amato. 
L’Amore è senza paure: l’Amore è Immensità consapevole di Sé, le paure derivano dall’identificazione con il corpo, nostro segmento più limitato, comunque indispensabile per esserci e perché ci sia Amore. In questo senso, le paure sono l’emozione più lontana dall’Amore, ma non sono il contrario dell’Amore. L’Amore non conosce contrarietà, è il non duale. E poi, tutte le esperienze sono espressioni dell’Amore, non ci possono essere esperienze opposte all’Amore.    

Essendo l’Amore il puro Presente presente totalmente a Sé, l’Amore è puramente senza aspettative. Amare è Libertà dall’accaduto, da ciò che accade e da ciò che accadrà. L’Amore andato è il Presente non pienamente vissuto.

L’Amore è totalmente senza attaccamento, che esige l’esperienza di separazione. L’Amore è l’Uno esperienziale, senza esperienza di separazione e nemmeno di Unità: l’Uno precede ed è superiore all’Unità. L’Uno è la pura Conoscenza in essere, senza differenziazione in conoscitore e conosciuto, mentre l’Unità è l’esperienza, appunto, di unità tra conoscitore e conosciuto; può corrispondere all’esperienza di gioia. 

L’Amore è Pace, totale assenza di conflitti. La causa primaria di conflitti interiori, e di conseguenza di quelli esteriori, è la segmentazione del nostro essere, mentre l’Amore è l’Uno esperienziale, l’esperienza totale senza parzializzazione, segmentazione. Se vogliamo risolvere i conflitti nel rapporto di coppia, dobbiamo soprattuto risolvere i nostri conflitti interiori, per far emergere la Pace nel rapporto dobbiamo diventarLa, Amare. L’Amore promesso è la Pace da Realizzare. La Pace sa cosa fare, Amare: veder apparire ogni cosa nella Pace è Amore. Amare è ConoscerSi in Pace. L’Amore è la Pace indispensabile per Conoscere Noi Stessi, soltanto Amando possiamo ConoscerCi.  

domenica 28 aprile 2013

Beatitudine di nessuno

Conoscenza che Sono
Sapere di nessuno
Senza impedimento alcuno
Senza ostacoli di qualcuno
Essere Senza iniziare Senza finire Senza soffrire Nemmeno gioire Io Beatitudine di nessuno

www.andreapangos.it

Vita, veramente irReale


La vita è veramente irReale, rifiutarla non significa però per forza essere dalla parte della verità. La Verità è l’Amore, senza rifiuto, come anche senza accettazione. Agendo per scoprire la Verità Amore ci apriamo a riconoscere l’irRealtà della vita, veramente e non solo concettualmente: invece di concettualizzare nocivamente, permettiamoci di Amare, anche pensando consapevolmente.
Che ragioni ci possono essere per rifiutare la vita, essendo irReale?
La vera Ragione della Consapevolezza Totale, che Discerne il Reale dall’irReale, perché concluso il percorso di individualizzazione.
Le false ragioni dell’accidia che usa l’idea che la vita non è Reale come sottofondo ideale per non affrontare i propri abbagli, che una volta sciolti farebbero emergere le verità dell’Amore. 
Comunque, iI concetto la vita è irReale è veritiero ma pur sempre irReale; fa parte dell’irRealtà della vita. Possiamo veramente rifiutare la vita, eppure comunque irRealmente, accettazione-rifiuto sono segmenti dell’irRealtà vita.
Comunque, non serve fare qualcosa di particolare per rifiutare la vita, quasi ogni vita è un (auto)rifiuto: non consapevolizzarsi è rifiutare la Pienezza della vita chiamata Amore.
Rifiutare la vita dal palco della non Realizzazione è un falso d’autore”, la Verità è senza “autore”, Amare significa Essere Io senza “io”.  
Per accettare veramente la vita bisogna, invece, fare, purtroppo, qualcosa di particolare: tendere ad Illuminarsi. Purtroppo, non perché bisogna farlo, ma perché alla civiltà inNaturale il Naturale sembra particolare; Naturale è Realizzarsi, Illuminarsi. 
Illuminazione è Verità costante, unica prospettiva Vera. Non perseguirla significa falsarsi: senza tendere alla Luce, la verità che la vita è irReale diventa un’indicazione per le tenebre della falsa spiritualità. 
Solamente chi Conosce il Reale può veramente dire dell’irReale.

Chi governa il mondo?


Sembra che un’esigua minoranza tenga le redini del mondo. Invece, la mal governatrice sostanziale è soltanto una. Il suo potere è irrisorio rispetto a Sua Realtà Assoluto, ma possedendo praticamente ogni mente può agevolmente mal dirigere il mondo quasi intero: pressoché tutti i mondi sono caratterizzati da lei. Ogni mente vive il proprio mondo: non nel proprio, il proprio. Il mondo è nella mente, non la mente nel mondo. Non solo tutto il mondo è paese: tutto l’universo è mente. 
Usurpatrice di miliardi di mondi: potrebbe sembrare il titolo di un servizio d’attualità stellare su chissà quali galassie, ma è perfettamente idoneo a un’indagine sulla psiche della galassia umana, in cui appare l’universo intero. 
Mal governare fa parte della sua natura e non può fare diversamente. Tendendo al buongoverno si scioglierebbe più che neve al sole. Impossibilitata a regnare bene è destinata a farlo male, finché ci sarà, chiaramente. Una volta sparita la malgovernatrice da tutte le menti, ogni mondo sarà compiutamente gestito dalla Pace, dall’Amore, dal Discernimento del Vero (Uno) dal falso (molteplicità) e del Reale (Origine) dall’irReale (Manifestazione). 
Quasi analfabeta, pretende di comporre il tema della vita riempiendolo di sbagli. Le menti poco consapevoli promuovono però i suoi errori come verità, anche quando inducono malessere: praticamente sempre! La pandemia dell’analfabetismo collettivo è così scambiata per profonda conoscenza del linguaggio della vita.
Tutti i malgovernanti, cioè chi non Ama, sono una sua espressione. Ignorando chi sono in Verità e in Realtà, esprimono il loro abbaglio, offuscando gli altri.
I mal governanti in alto sono proiezioni di quelli in basso. Si eleggono e rovinano vicendevolmente. I primi servono male i secondi, che possono ben servirli (approvandoli e rieleggendoli) o dar loro il ben servito (non riconfermandoli). Chiudendo la porta ai mal governanti di oggi la spalancano a quelli di domani, forse diversamente ideologici, ma sicuramente simili ai precedenti in quanto a (non) qualità concettuale ed esperienziale; fin quando non ha trasceso ogni ideologia, il governante ideale è ben lontano dall’ottimale. 
Chi pensa che i problemi e le soluzioni sostanziali siano fuori, nel presunto mondo esteriore, può immaginare di illuminare la via, ma abbaglia creando vicoli ciechi: induce a cercare (in) un luogo che non c’è. Dov’è l’esterno? Esteriore a cosa? Ogni cosa è un affare interno della e alla mente. Non si può vedere fuori, ma soltanto dentro la mente. È sempre lei a percepirsi, anche quando si tratta della pura esperienza di essere, forma non oggettuale comprendente ogni oggetto. Fantasticare l’esistenza di un vero confine tra il mondo interiore e il cosiddetto mondo esteriore significa identificarsi con il corpo (dentro di me corpo e fuori di me corpo), scambiandolo per il sé reale o per una sua parte. L’allucinazione che il “conoscitore” sia separato da ciò che conosce è una delle neoplasie più letali dell’umanità: impedisce la Naturalezza dell’Amare il prossimo come se stessi, che nasce dal Conoscerlo come se stessi. Quali verità può divulgare chi, avvelenato dalla menzogna (in Realtà) sono il corpo, le emozioni e i pensieri, è preda del miraggio mondo esteriore? Quanti governanti, governati, sono consapevoli che il corpo è un aspetto dell’espressione di Se Stessi Assoluto?
Fantasticare l’esistenza di un mondo esteriore può facilmente illudere che le autorità si trovino fuori. Trovare l’Autorevolezza (Amore) e l’Autorità Reale (Assoluto) è, invece, questione di immergersi profondamente in sé alla ricerca di Sé. L’Autorità Reale non cambia mai, qualunque momento storico sia. Tu Origine non hai storia, non conosci tempo. Il Suo (Tuo) mandato? Non essendo mai iniziato, non scadrà mai. Non essendo mai stata eletta, l’Autorità Reale non sarà mai deposta. Non rispettarLa significa non onorare l’Origine di se stessi individuo, non celebrare Se Stessi Origine della Manifestazione.    
La moltitudine di cattivi sovrani di sé e del prossimo è riducibile al duopolio non concorrenziale emozioni negative-pensieri distruttivi, prodotto nazionale numero uno dello stato mentale piegato dall’inconsapevolezza e causato:
- dalla mal governatrice sostanziale (eccola qua!), l’ignoranza di Sé, 
- dalla ricerca dell’Appagamento (Amore) dove non c’è (nel “fuori” che non c’è), anche perché si ignora che permanendo profondamente sulla vetta minima della sperimentazione di sé, nel Regno dei Cieli della pura esperienza di esserci, si è l’Appagamento stesso. 
Ghigliottinare l’identità immaginata (“sé”, falso io) e le sue frodi, con la lama della rivoluzione interiore, per far emergere le verità su sé individuo e Sé Origine, è l’unica vera soluzione per decapitare il (proprio) mal governo e far emergere quello dell’Unità non nazionale, non mondiale, non universale. 
Rendersi liberi, consapevolizzandosi, dal proprio mal condursi è un passo indispensabile per aiutare concretamente il mondo (o meglio i miliardi di mondi: [perlomeno] uno per ogni mente) a governarsi meglio. Minore è l’ignoranza su sé e Sé, più illuminante, e meno abbagliante, è la luce largita all’umanità.
L’indigenza d’Amore è la ragione primaria della povertà del e nel mondo. È la vera miseria dell’umanità, la radice della povertà materiale: Amando si aiuta sostanzialmente il mondo a liberarsi dalla miseria e dalla disuguaglianza sociale.
La Verità rende liberi: la piena sperimentazione di sé esperienza come Amore, nobilitata dalla compiuta consapevolezza di Sé come Sua Origine, non è condizionabile dai mal governi e ne riduce gli effetti infausti.  
Come la Verità non vi renderà liberi? Quelli che, guardando le sacre scritture con la cecità della fede che non si trasforma in conoscenza, credono ottusamente in Dio senza avanzare di un passo nella comprensione, Lo cancellano dalla vita e producono grigie pagine vuote su cui l’ignoranza può sbizzarrirsi a descrivere il mal governare come pura volontà divina. 
Amare e Conoscere Dio (Sé Origine) è una condizione molto favorevole per la concreta vita quotidiana. Cosa può fare il malgoverno religioso a chi è pienamente consapevole di essere in Realtà (cioè come Origine, non come individuo) Dio?
Cosa possono fare i mal governanti:
- a chi è libero da ogni forma di governo avendo riconosciuto Sua Altezza Reale come unica Autorità-Realtà?
- alla vita temporale che ha riconosciuto l’Esistenza senza tempo come Ciò (Origine) che si è in Realtà?
-    all’onda la cui azione è divenuta Oceanica, perché ha incenerito l’identificazione con il limitato, scoprendo che in Realtà si Sussiste come Origine dell’Oceano stesso?

Conoscersi-Conoscersi


Conosci te stesso? E Te Stesso?
Cosa significa conoscere se stessi e Se stessi?
Cosa sono il sé e il Sé?
Puoi conoscerti veramente senza conoscerTi? 
Io sono.
Chi sono io?
Io chi? Io individuo o Io Realtà?
Qual è la Reale Identità? 
Io sono l’esistenza individuale, espressione di Me Esistenza Assoluta, Reale Identità. Il sé (individuo) è espressione del Sé. 
Io sono è la conoscenza primaria dell’individuo: ognuno sa di essere, senza conoscenza di esserci non ci può essere nessun altro sapere.
Chi sono?,  è la domanda primaria relativa a se stessi individuo.   
Qual è la Reale Identità? e Chi sono in Realtà? riguardano invece l’Oltre se stessi: l’Io Reale. Sono due quesiti fondamentali attraverso i quali l’individuo indaga su Se Stesso per scoprire la propria Origine e Reale Identità: (Io) Sussisto Assoluto - Dio è la Reale Identità.  
Chi sono io?, è importante.
Qual è la Reale Identità?, lo è molto di più. 
Chi sono io? riguarda l’illusione: l’individuo, il sé irreale, transitorio, mortale.
Qual è la Reale Identità? concerne la Realtà: il Sé Reale, perenne, imperituro. Indagando su se stesso in modo illuminante l’individuo scopre l’illusorietà di sé e la Realtà di Sé Assoluto. La sostanza della conoscenza di se stessi è quella su Se Stessi: senza la piena consapevolezza che l’esistenza individuale è un aspetto dell’illusorio esprimersi dell’Esistenza Reale, ogni conoscenza è ancora più relativa di quanto lo sia già di per sé. È impossibile conoscersi veramente senza conoscerSi; è comunque il sé, non il Sé, a conoscere il Sé, ad appurarne l’Esistenza. 
Chi o cosa (non) sono?
In Realtà Sussisto Assoluto e non sono: le percezioni, il corpo, le emozioni, i pensieri, la consapevolezza, le vibrazioni, le energie, la materia…, che sono aspetti della manifestazione di Me Realtà.
Come individuo sono anche: corpo, sensazioni, emozioni, pensieri, vibrazioni, energie, materia… Ogni mia esperienza (incluse le percezioni: “altri”, ambiente “circostante”, città, aria, mari, monti, fiumi, stelle, soli, galassie...) avviene in me individuo, perché percepisco di esserci. Osservando il mondo testimonio parte di me, non Me; tra l’altro, Io non ho parti. La vita che sperimento, l’umanità che percepisco, l’universo che riconosco… sono elementi di me scaturenti da Me. La piena consapevolezza che è proprio così esige la totale disidentificazione dalla totalità di me stesso, da tutto ciò che non è Me. Soltanto quando sono compiutamente libero da me stesso, la consapevolezza può rilucere integralmente dello Splendore, sua vera natura: Pace-Amore-pura Conoscenza di essere. Permanendo integralmente questa Verità, la consapevolezza di esserci può essere soglia del perdermi temporaneamente “in” Me per poter poi, ritornata l’esperienza di esserci,  affermare lecitamente: Ho Scoperto il Sé, Reale Identità! Soltanto estinguendomi “in” Dio prima e ritornando ad avere esperienza di me poi, posso essere totalmente certo che Lui è Me, che Io Sussisto Io, Dio Origine.  
Cercarsi e CercarSi  produce il percorso attraverso il quale l’esistenza individuale si scopre espressione dell’ Assoluta e cessa di preoccuparsi per sé: chi Conosce l’Infinito non è impensierito dal limitato. Perché inquietarsi per il temporale Vista la Propria Eternità?! Maturando la consapevolezza di Sé scopriamo che soltanto come individuo: si è nati, nel momento del concepimento, e si morirà, con la morte; senza che vi sia alcun morto. Essendo la morte la fine dell’individuo, non esiste alcun individuo morto. L’individuo può essere morente e può morire, ma non può essere morto, visto che con la morte scompare il soggetto che ha terminato di vivere: l’individuo, appunto. La Reale Identità Sussiste, invece, Eternamente. Mai nata! Mai iniziata! Senza mai! La morte dell’io è nulla per l’Io: maturare la consapevolezza che è così significa maturare spiritualmente. I sé  sono miliardi, tutti derivanti dall’Unico Sé. Confondere Sé con sé, o peggio ancora con “sé” (identità immaginata), significa rovinare se stessi, non di certo Se Stessi. Maturare la capacità di Discernere il Sé dal sé avvicina al BenEssere: all’Alternanza tra Consapevolezza totale e l’Estinzione della Consapevolezza stessa.   
Conosci te stesso è un’esortazione alla consapevolezza di sé e di Sé. Ogni sapere dell’individuo è comunque conoscenza del sé e non del Sé, anche la consapevolezza riguardo al Sé. Qualsiasi cosa io sappia fa parte di me, incluso il sapere sull’Oltre me. Il Sé è impercettibile, pertanto  incomprensibile. Ciò che si dice riguardo all’Oltre l’individuo sono sempre idee dell’individuo su Ciò che lo Precede. Oltre la mente è solo un concetto, non c’è un oltre la mente. Lo spazio e il tempo iniziano e finiscono con lei, individuo: il Sé è immune dal qua-là, al prima-dopo, sopra-sotto… 
Conosci te stesso è un incitamento ad acquisire conoscenza essenziale per comprendere che ogni sapere individuale è ignoranza. La vera conoscenza esiste “oltre” l’individuo, irriconoscibile per lui. È la Conoscenza Originale che non contempla alcun individuo e non conosce conoscenza di sé, che è la condizione base per ogni sapere individuale. La conoscenza percepibile ed esprimibile è un modo di decodificare il manifestarsi della Conoscenza Originale attraverso il campo esperieniale prodotto dall’individuo. Nemmeno la conoscenza totale di Sé  è Vera Conoscenza. Si tratta di constatazioni sul Sé: ignoranza che alla conoscenza ignorante di essere ignoranza può sembrare conoscenza. Ogni sapere è ignoranza!

me e Me.
Sperimentando di esistere mi conosco come individuo.
Puoi conoscerTi, ma non fare esperienza di Te.
Come? Estinguendoti “in” Te - Me, ritornando poi in te.

Domande e risposte
Sono ciò che percepisco, la somma delle mie esperienze?
In Veste di Realtà no: in Realtà (come Dio, non come individuo) Sussisto Origine di ogni esperienza. 
In quella di individuo: sì, sono anche la somma di tutte le esperienze. La mia essenza esperienziale (Pace, Amore, pura Conoscenza di essere) è però il seme di ogni mia percezione: senza l’esperienza primaria di esistere non ci può essere altra sperimentazione. 

Sono il corpo fisico?
In Realtà no, il corpo fisico è un aspetto di me individuo, una particella dell’esprimersi di Me Assoluto. Come individuo sono anche il corpo, senza il quale non posso esserci, ma la mia essenza individuale ne è il seme: tra l’altro, la percezione chiamata corpo fisico presenzia in me individuo e Origina da Me Realtà. 
- Sono le emozioni? 
Tutte le emozioni fanno parte di me individuo, ma l’esperienza sostanziale è l’Amore, senza emozioni. Solamente libero da esperienze diverse dall’Amore sono veramente me stesso. In Realtà non sono nemmeno Amore, come Dio Sussisto Sua Origine.
- Sono i pensieri?
In Realtà no: Io Assoluto sono l’Origine dell’attività intellettiva. Come individuo invece, sono anche i pensieri. Le idee avvengono in me, ma non ne ho bisogno per esserci, la pura conoscenza di essere è indipendente dal pensiero. Più sono vuoto di idee e più posso essere veramente me stesso. Meno e migliori sono i pensieri e più sono consapevoli, più la mia esistenza è Naturale, la mia vita Pienezza.
- Sono colui che vive?
Come individuo sono la vita stessa, come Assoluto Sussisto Origine di ogni vita. 
- Sono la consapevolezza?
La mia essenza esperienziale è chiara consapevolezza di essere: Amore-Pace-pura Conoscenza. Sono io individuo a produrla e perciò, in Realtà, non sono la consapevolezza, ma il Sussistere, sua Origine senza esperienza.  
- Sono nel tempo-spazio?   
Come individuo sono anche tempo-spazio con ogni loro contenuto. La mia essenza  individuale è il contenitore dal quale e nel quale si proiettano. In Realtà, invece, non sono il tempo-spazio, ma Sussisto loro Origine. Il tempospazio  è uno spontaneo manifestarsi della Mia Eternità senza tempospazio.
La natura della tua essenza esperienziale è Pace-Amore-Conoscenza.
La (Tua) Reale Identità è Assoluta.
ConosciLa e Ti Conoscerai.   www.andreapangos.it

Amore, vita e rapporti


Siamo pronti a non pensare alla relazione, per sperimentarla pienamente, in noi stessi, chiaramente, come Oceano Amore, Salute del rapporto? Possiamo, o meglio: ne siamo capaci? Cosa dobbiamo fare per maturare lo stato in cui è il sapere del rapporto è Amore? 
Pur essendo tutti basati sull’Amore, raramente i rapporti sono d’Amore. Il nucleo della consapevolezza di sé è sempre Amore, pura Conoscenza di esserci: alle fondamenta di ogni esperienza, dove il tempo e privo di storia e di futuro, l’Amore e la Conoscenza sono gemelli siamesi senza età. La vita totale è tutta così: Una! La vita parziale percepisce, invece, l’Uno come fosse molteplicità.
Invece di percepire l’universo interno a sé, la vita segmentata immagina la separazione in mondo interiore ed esteriore. Così, invece di essere percepite come unità, o meglio ancora: come avvenenti nell’Uno, le relazioni sembrano separazioni e da qui le idee avvicinamento, intimità, unione, allontanamento e abbandono, con  le relative esperienze diverse dall’Amore, il sapere lontano dalla Conoscenza. Tutto ciò che la vita percepisce è parte di lei, anche se le sembra accadere all’esterno. Fuori, dov’è il fuori? Esternamente, rispetto a cosa? Il percepito non può essere esteriore alla percezione, che non può essere esterna alla vita. Percepire Amore, liberi dall’abbaglio separazione, è il Godersi della vita. 
La vita non abbastanza consapevole, perché non Ama, che ciò che percepisce come prossimo fa parte di lei, può facilmente provare ostilità o attrazione, con dipendenza. Può non accorgersene, ma è sempre così: ogni esperienza diversa dall’Amore, e voler bene non significa Amare, implica repulsione o attrazione con attaccamento. Può immaginare che sia l’altro a darle fastidio, ignara che è lei a percepirsi fastidiosamente, a non Amarsi integralmente. L’Amore non conosce cambiamenti d’umore è appagamento totale indipendente da ciò che accade. All’assenza di radicamento nell’Amore può bastare che le circostanze cambino minimamente (mutazione dello stato dell’esperienza di esserci, le circostanze sono sempre sue forme), perché la positività diminuisca sino a cedere il passo alla negatività. 
I rapporti andrebbero visti come insegnamento d’Amore. La superficie del mare vita può essere burrascosa di emozioni e idee pesanti. Il fondo dell’esperienza prodotta dalla vita permane però sempre Pace, Amore. La vita salutare è anche la via verso la presenza compiuta dell’Amore in ogni aspetto della vita. Migliorare la qualità dei rapporti significa renderli Naturali, maturando la capacità di Amare.
Scrutando oltre l’identità immaginata, la vita si avvicina ad Amare e a trascendere il fastidio derivante dai meccanismi comportamentali altrui; il giudizio cede il passo alla comprensione sempre più vicina alla Compassione. L’osservazione consapevole è l’oblò senza vetro e senza bordo dal quale scoprire che non percepiamo l’altro, ma produciamo in noi stessi un’esperienza che definiamo l’altro, una particolare esperienza di noi stessi. Immaginare che il rapporto percepito sia esteriore, che sia qualcosa di diverso dalla percezione stessa, fa parte dei giochi di prestigio dell’illusionista identità immaginata. Ci sono altre vite, altri individui, ma non possiamo percepirli; possiamo soltanto elaborare, con diversa qualità, le informazioni prodotte da altri. Non possiamo percepire nemmeno le emozioni e le idee altrui, tutto ciò che percepiamo è interiore, fa parte di noi stessi; si tratta di impressioni che produciamo in noi, sollecitati anche dalle emozioni e dai pensieri altrui. La vita che immagina le relazioni come esteriori è immaginaria, non Vera e tanto meno Reale:  la vita Vera Ama, ma la Realtà (Dio Origine) è senza esperienza; la vita non non può in nessun caso essere Reale. Immaginarla Reale è un ostacolo fondamentale per l’Amore e la Realizzazione della vita, che esige la compiuta certezza che la vita temporale è irReale. La Vita Reale, l’Origine, Precede il tempo, perché Senzatempo. Può essere scoperta, mai percepita. Vita Eterna-vita temporale, relazione su cui indagare profondamente, per scoprire che in Realtà (come Dio, non come individuo) non si vive la vita perché: primo,  come individui si è la vita stessa e, secondo, in Realtà (cioè come Dio) si è l’Origine di ogni vita. 
L’ascolto vero è della mente Vuota colma di Pace, libera dal desiderio di percepire e pertanto dal voler percepire il desiderato.Il vero ascolto è affrancato dal cospargere le esperienze di proiezioni intellettive ed emotive. Non è falsato dal filtrare la sperimentazione con processi interpretativi diversi dall’Amore. È esente da ogni fruscio di fondo. Solamente così, libero dal pensiero e da esperienze diverse dall’Amore, l’ascolto si può intendere profondamente. Altrimenti, la superficialità dell’apparenza cela come le cose sono veramente.
Constatandosi per quello che è, la vita si pacifica con le sue proiezioni e il suo mondo si avvicina alla Pace. L’Amore è Bellezza. La Pace non ha forma. La Felicità è senza discriminazione.   
I rapporti che non si producono per obbligo fanno parte della ricerca della Felicità, ma sono quasi sempre nidi di sofferenza; ogni esperienza diversa dall’Amore è afflizione. Perché patire, dato che è Naturale essere Amore?!   
Trasformare il voler aver ragione in cercare di comprendere consapevolmente il prossimo, fa parte della via di liberazione dalla sofferenza. Bisognerebbe tendere a  sentire, non a immaginare, le ragioni ed esigenze altrui, consapevoli di quella essenziale: divenire veramente, consapevolizzarsi. Attenzione, per Comprendere dobbiamo  diventare la Comprensione stessa, maturando la Consapevolezza Totale.  DivenirLa equivale a emanarla immensamente, renderla costantemente fruibile all’umanità intera, parvenza dell’Uno Totale. 
Tendere ad Amare, non a predominare. Chi vuole prevalere, perché? Di cosa ha paura? Che cosa vuole ottenere? L’Amore è trascendimento di ogni paura e raggiungimento massimo. 
Apertura, non chiusura! Come? Cercando sinceramente di Amare.  L’Amore è l’Apertura”, oltre e precedente ogni apertura-chiusura.  Pur essendo l’Immensità stessa, l’Amore non ha il minimo spazio per due e per  chiusura-apertura. Apertura verso chi? Chiusura a cosa? Di chi? L’Uno è solamente Se Stesso. 
Nella relazione non si deve cercare compiacimento, bisogna essere volti alla ricerca della sincerità.
Come? Aprendo il cuore all’Amore.
Perché? Così è Naturale.
La sincerità verso gli altri scaturisce da quella verso se stessi. La vera sincerità c’è quando la percezione me e non me è sostituita da Uno È.  www.andreapangos.it

TV, strumento illuminante


Guardare la TV in modo illuminante è una possibilità per maturare la consapevolezza. Per trasformare il mero guardare la TV identificandosi con ciò che si percepisce, in contemplare la TV in modo illuminante, possiamo tendere a:
- testimoniare la visione dei programmi televisivi, in modo da utilizzarli come strumento meditativo per maturare la capacità di testimoniare senza identificarsi;
- riflettere in modo consapevolizzante sul fatto che lo schermo televisivo e l’intero televisore, come anche i suoni emessi dagli altoparlanti e gli stessi altoparlanti, appaiono nella nostra percezione e pertanto sono nostri processi, interiori, chiaramente. La maturazione della consapevolezza può essere facilitata dal domandarsi-rispondersi: 
o Dove appare la Tv? Nella stanza! 
o Dove appare la stanza? In me individuo! Le immagini del mondo che osservo appaiono sullo schermo televisivo, che si trova nell’immagine che definisco  mondo, che a sua volta si trova in me.
Meditando su ciò possiamo:
- aumentare la consapevolezza che il corpo, l’universo, il tempo e lo spazio sono nostri elementi; possiamo inoltre scoprire, senza però poter sperimentare, che “al di là” di noi Sussiste la nostra Origine, Dio: la Reale Identità;  
- consapevolizzare che il corpo dei protagonisti del film appare sullo schermo Tv, come i corpi che noi percepiamo appaiono in noi stessi, nello schermo chiamato percezione. In questo modo, possiamo maturare la conoscenza che la percezione corpo fisico è, chiaramente, inscindibile dalla percezione; 
- comprendere che come gli avvenimenti del film non sono reali, così non è Reale nemmeno il film chiamato vita, non è Reale l’universo, non sono Reali gli avvenimenti. Tale comprensione può essere facilitata se la visione del film è accompagnata dall’affermare in modo illuminante: Ciò che percepisco non è Reale! Dio è l’Unica Realtà!;
- consapevolizzare che sia ciò che è solitamente definito come spettatore, sia la visione, sia lo spettacolo, appaiono in noi stesi, vale a dire che il “conoscitore” (tra virgolette, perché bisogna considerare che quello che è percepito e definito come conoscitore è, in effetti, un aspetto del percepito, del conosciuto), il conoscere e il conosciuto sono tre aspetti di noi, mezzi di cui noi, in quanto conoscenza, ci serviamo per conoscerci;  
- consapevolizzare che i cavalli (o le macchine, o altro soggetto in “movimento”) che appaiono sullo schermo televisivo, non corrono attraverso lo schermo, ma che sono i pixel dello schermo ad “accendersi”, “mantenersi accesi” e “spegnersi”, per poi “nuovamente riaccendersi” e formare così una nuova immagine e dare l’impressione di movimento. In questo modo possiamo comprendere che il processo di “accensione”, “mantenimento” e “spegnimento” dei pixel è una specie di allegoria del principio/processo di costituzione, mantenimento e trasformazione che avviene incessantemente in noi stessi: ogni attimo i processi percettivi si costituiscono, mantengono e trasformano, per costituire immagini diverse nella percezione, e cui veloce susseguirsi di questo processo trino rende l’impressione che gli oggetti percepiti, o meglio prodotti dalla percezione, si muovano nello spazio. Comprendendo ciò possiamo capire che così come le macchine o i cavalli che “corrono sullo schermo” non escono mai dallo schermo, pur “avvicinandosi” ai suoi bordi, così il nostro mondo non può uscire mai dalla nostra percezione: il mondo è una forma della percezione! Consapevolizzando l’incessante susseguirsi di “fotogrammi percettivi” che si costituiscono e decostituiscono in noi, possiamo riconoscere che a causa della velocità del loro succedersi, la mente non sufficientemente Ferma li percepisce come “film”, e non come singoli “fotogrammi mentali”, ed è proprio questo a rendere rende la sensazione che gli oggetti si muovano. Per maturare tale comprensione possiamo riflettere sulla similitudine di questo processo con la pellicola cinematografica e i fotogrammi di cui è composta, che susseguendosi a una certa velocità diventano “immagini in movimento”. Possiamo inoltre riflettere sull’analogia tra lo spazio (il nero) tra due fotogrammi della pellicola cinematografica e la fase di dissoluzione dell’immagine percettiva (tutte le immagini sono percettive!). Questo spazio non si nota quando la pellicola gira abbastanza velocemente, così come l’individuo non sufficientemente consapevole non può notare il processo di costituirsi-decostituirsi delle immagini che produce. Lo spazio tra i due fotogrammi rappresenta per la pellicola cinematografica e per la proiezione sullo schermo cinematografico, ciò che per la percezione è l’assenza di immagini tra la dissoluzione dell’immagine precedente e l’apparizione di quella successiva, vale a dire l’intervallo del cambio di fotogramma percettivo.

Insegnamenti dell'insegnante vita


Insegnante nata, soltanto raramente la vita esprime il vero insegnamento: l’Amore, ciò per cui esiste veramente. 
Apprendista innata, quasi mai apprende l’Amore, ciò per cui veramente vale vivere, non penare.     
Imparando ad Amare la vita trarrebbe il massimo da sé, come formidabile messaggero del Sé. Fenomeno rarissimo in un mondo di vite dedite a sperperarsi, smarrite negli inferi dell’ignoranza mascherata comunemente da conoscenza. 
Dedicarsi a scoprirsi Amore, questo dovrebbe fare la vita. Scoprirebbe così l’Immortalità della propria Origine, dell’Esistenza Reale, rasserenandosi completamente.
Si ingarbuglia invece nella superfluità del poco consapevole darsi da fare, ottenendo praticamente nulla rispetto a ciò che potrebbe, dovrebbe.
Nutrendosi di significati ideali, si cela l’Amore, significato originale antecedente ogni concetto. 
Rendendosi ideale si contrappone alla vita naturale e ottimale. Così, invece di essere Equilibrio si relega al ruolo di equilibrista, dovendo far apparire centrato anche ciò che è profondamente decentrante. 
Più le esperienze sono vicine all’Amare meglio insegnano la vita: il miglior insegnamento per la vita è l’Amore, come soglia dell’Estinzione. 
Estinzione: insegnante Ultimo che sale in cattedra quando l’Amore, aprendosi all’Infinito, si è tanto ritirato in sé da aver ceduto il passo alla propria temporanea Cessazione. Non perché caduto in basso, rovinato da esperienze diverse dalla Pace, ma perché scomparso in alto, nel Cielo in cui non vi sono più: oltre, alto e giù.
L’Amore perché lucido orientamento. 
L’Estinzione perché scomparsa ogni direzione.
Svelarsi la propria sete d’Amore è fondamentale per dissetarsi con l’Amore. Quante vite arrivano a ciò, Perché non vi giungono ?
Conoscono veramente la vita quelli che la insegnano? 
Sanno che non c’è nessuno a insegnare alla vita, tranne la vita stessa?
Sono consapevoli che non c’è nessuno che la vive, perché soltanto lei vive se stessa?
Comprendono di non esserci, perché sono la vita stessa? Non loro che immaginano di viverla, loro che la sono. 
Che scuola può essere la vita quando l’insegnante è ignorante?
Che allievo può essere la vita stimolata a rimanere ripetente non capente?
Come potrebbe promuoversi essendo costantemente bocciata dall’ignoranza accumulata?  
Far passare il “voler bene”, tema zeppo d’errori, per Amore, rende la vita un grande errore. Così molti si illudono di Amare, mentre soltanto sporcano le pagine della vita, anche perché, immaginandosi, fomentano la fantasia che ci sia qualcuno di particolare a viverla.
In sostanza, la vita non è né giusta né sbagliata. È semplicemente quello che è, ma soltanto rendendosi trattato d’Amore descrive fedelmente se stessa fedele alla propria Naturalezza.      
Ogni vita è una penna potenziale autrice di un successo d’Amore, ma quasi sempre dall’inchiostro svilito. Scrivere pagine colme d’Amore è ben diverso dal bucarle con spine emotive. La normalità della non naturalezza permette però alla sofferenza di passare per vita naturalmente scritta.
Quali spunti armonizzanti può trarre la vita, che ambisce a divenire Amore, dalle quotidiane falsità, immensamente lontane dall’Amore?
L’Amore è qua, in te vita, destinato all’esistenza individuale profondamente immersa in sé, pienamente volta verso Te Esistenza Assoluta. www.andreapangos.it