domenica 16 gennaio 2011

Incarnazione di Dio

Concepimento dell’embrione e incarnazione di Dio
Il concepimento di ogni embrione umano rappresenta quindi anche l’inizio di una nuova incarnazione di Dio (Reale Identità, Sé, Assoluto, Realtà). Concepimento dell’embrione umano significa dunque anche inizio di una nuova incarnazione di Dio. 
Ogni individuo è un’incarnazione di Dio che È la Reale Identità di ogni essere umano. Ogni individuo è l’incarnazione di Dio ed è figlio (come individualità) di Dio. Ogni essere umano è figlio (come individualità) di Se Stesso (come Dio, Reale Identità) e Padre (come Dio, Reale Identità) di se stesso (come individualità). L’individualità scaturisce dalla Reale Identità (Dio) di ogni essere umano. Essere l’incarnazione di Dio non è esclusivo a qualcuno che è definito o si autodefinisce come eletto, ma è un fatto del tutto naturale ed insito in ogni concepimento umano. 
La credenza che qualcuno (il c.d. eletto) si è incarnato per compiere una grande missione, può facilmente fuorviare ed ostacolare molto concretamente il Divenire.Tra l’altro, tale credenza/abbaglio può pure stimolare il fenomeno dell’elitarismo spirituale che ha due aspetti principali: il sentirsi eletto e speciale di chi è stato proclamato o si è autoproclamato come eletto, ed il sentirsi speciali (migliori e “più spirituali” di altri) di coloro che immaginano di essere degli eletti perché fanno parte della (ristretta) cerchia del presunto eletto. 
Accanto alla possibilità di diventare profeta, c’è ne un’altra che promette gioie più sottili e in apparenza più legittime, quella cioè di diventare discepolo di un profeta. Per molta gente questa è una tecnica addirittura ideale. Eccone i vantaggi. L’odium dignitatis, cioè l’impegno sovrumano del profeta, diventa un molto più dolce otium indignitatis; ci si siede, modestamente indegni, ai piedi del Maestro e ci si guarda bene dall’avere pensieri propri. La pigrizia mentale diventa virtù, ci si può riscaldare al sole di un essere almeno semidivino. L’arcaismo e l’infantilismo della fantasia inconscia sono soddisfatti senza che ci si rimetta del proprio, perché ogni obbligo è addossato al Maestro. Grazie alla sua divinizzazione ci s’innalza senza nemmeno accorgersene, e inoltre, senza averla scoperta, si riceve già pronta dalle mani del Maestro la grande verità. Naturalmente i discepoli si stringono sempre insieme, non già per amore, ma nel ben inteso interesse di essere rafforzati senza fatica nel proprio convincimento mediante la produzione di un consenso collettivo. -  Carl Gustav Jung
A questo proposito è utile sapere che seguire un c.d. maestro spirituale/insegnamento spirituale significa essere seguaci e sino a che si segue qualcosa o qualcuno non si può “giungere a” Se Stessi, più precisamente non si può Divenire del tutto. Il Divenire è sempre individuale e non è mai collettivo, perché si tratta dell’individuazione della Coscienza. La “via spirituale” qualitativa è quindi sempre individuale e va percorsa individualmente, anche perché essa avviene nell’ambito della propria mente (individuale). Dal c.d. maestro spirituale o dal c.d. insegnamento spirituale si può ricevere l’aiuto per stimolare il Divenire, ma per Divenire in modo concreto è necessario consapevolizzare il (proprio ed unico) Maestro “interiore” e diventare allievi di Se Stessi e Maestri di se stessi. L’Effettivo Maestro (“interiore”) È la Reale Identità: il Sé, Dio, l’Assoluto, la Realtà.

L’unica effettiva missione, se proprio si vuole definirla così, di ogni essere umano è: Divenire del tutto - vale a dire Maturare del tutto la (propria) Coscienza/portare a compimento il proprio singolo processo d’individuazione della Coscienza Infinita.
Il Divenuto del tutto può manifestare (spontaneamente) ciò che qualcuno può definire come grande missione, la quale deriva non tanto dal fatto che lui fosse “predestinato”, bensì dal fatto che è Divenuto del tutto e allora la sua mente, caratterizzata dalla Conoscenza e dall’Amore, può concretamente migliorare il mondo nel senso che stimola la consapevolizzazione dell’umanità. 
È vero che molti Divenuti del tutto erano in un certo senso “predestinati” a Divenire del tutto, nel senso che avevano un maggiore potenziale per Divenire e/o “vivevano” in un ambiente più idoneo per Divenire, ma è anche vero che consacrando pienamente la mente a Dio, vale a dire volgendo le azioni, le emozioni ed i pensieri “verso” la Reale Identità si trascende ogni destino ovvero ogni predestinazione ostacolante il Divenire, facendo emergere l’ “infinito” potenziale insito nella propria Natura Trina. 





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