venerdì 12 febbraio 2010

L’Amare esclude il risentimento

L'Amare esclude il risentimento. Quando c'è Amare non c'è chi (identità immaginata) può risentirsi. Essendo condizionato dall'identità immaginata, il "voler bene" è invece complice del risentirsi, anche perché combattendo per mantenere i propri abbagli, l'identità immaginata può facilmente offendersi se le sue idee riguardo a sé, alla giustizia, al bene, al male, al mondo, a Dio…, non sono accettate o sono "addirittura" contrastate. Sino a che c'è "voler bene" non ci può essere completo perdono. Quando c'è costantemente Amare, il perdono è più che completo, c'è trascendimento del perdono. Chi è Amore si è perdonato, accettandosi in tutto e per tutto. Non può quindi soggiacere al proiettare il proprio risentimento su altri. L'individuo sufficientemente maturo, è consapevole che le ragioni del risentimento consistono sostanzialmente nel conflitto tra suoi segmenti, vale a dire che il soggetto effettivo con cui è in conflitto non è esterno, ma fa parte di lui stesso. Il risentimento può essere stimolato dall'influsso di altri, ma le sue ragioni sostanziali e quelle della risoluzione dei rancori, risiedono in chi si è risentito o che ha perdonato. Perdonare compiutamente altri significa la certezza illuminata che in Verità e in Realtà non ci sono: l'Uno è Uno.

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