Non ci identifichiamo, subiamo l’identificazione. Non siamo noi a governare l’identificazione, nell’uomo poco consapevole l’identificazione è un automatismo costantemente in essere. Per liberarcene dobbiamo introdurre un altro meccanismo, ma positivo, per creare maggior grado di consapevolezza. Per liberarci dall’identificazione corporea, emozionale e concettuale, possiamo lavorare direttamente sull’identificazione, ma questa può essere un’altra subdola contaminazione da identificazione, può trattarsi della malattia travestita da medicina. L’identificazione con il limitato produce sofferenza ed è conseguenza della stessa, l’afflizione è il vero falso io; perché?, semplicemente perché la Beatitudine è il Sé esperienziale. Per affrancarci dalla sofferenza dovremmo focalizzarci sulla Medicina Pura, unicamente Ciò che è senza sofferenza può veramente guarire dall'afflizione, Illuminandoci. Volgiamoci quindi verso la Beatitudine, Medicina Interiore, anche creandoci idee giuste sulla Beatitudine e su Noi Stessi Beatitudine, senza però rimanere alla mera diversificazione dell’identificazione concettuale, identificandoci con i pensieri, perché magari più bravi di altri nel formularli. Le idee giuste usate in modo errato sono tra le ragioni della sofferenza: la consapevolezza concettuale, mera capacità di esprimere concetti spirituali senza conoscere esperienzialmente ciò che designano, è poca cosa rispetto alla concettualità consapevole, propria della Consapevolezza che Sa Ciò di cui argomenta.
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